Nell'«Europa del silicio» nasce l'asse Sgs-Philips di Zeni

Nell'«Europa del silicio» nasce l'asse Sgs-Philips Firmata a Parigi la grande alleanza nei chips Nell'«Europa del silicio» nasce l'asse Sgs-Philips PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Entusiasta, come al solito, Pasquale Pistorio, amministratore delegato della Sgs-Thompson. Un paio di volte ripete: «Questo accordo è una vera pietra miliare nella storia della cooperazione paneuropea e permetterà di restare all'avanguardia nei prossimi anni in molti settori strategici: nelle reti digitali di telecomunicazioni, nei telefoni cellulari, nella tivù ad alta definizione». E' pronto a scommettere sul successo dell'iniziativa (per la ricerca e la produzione di nuovi chip superavanzati) tra la sua Sgs e l'olandese Philips. Assicura, intercalando in un inglese perfetto, un modo di dire tipicamente siciliano: «Garantisco che faremo meglio dei giapponesi, garantisco al limone». Il passo è importante e in qualche modo allarga, dopo il progetto Jessi, la strategia comune tra i grandi del silicio in Europa. Dopo la firma di ieri, Philips, primo produttore di semiconduttori in Europa, e SgsThompson, terzo produttore, uniranno sforzi e risorse per dar vita a Crolles, vicino a Grenoble, a un centro di ricerca in grado di progettare e produrre i nuovi chip da 0,5 micron. Ma anche un Pistorio che diventa prudente, non appena qualcuno gli chiede dell'Iri. Cosa farà la Finmeccanica-Iri, attuale partner paritetico (con il 45% del capitale) della società insieme ai francesi della Thompson-Csf? «Io sono un manager, gestisco la ditta», premette. Poi, sollecitato, spiega: «Mi risulta che la commissione di studio composta da italiani e francesi abbia dato parere favorevole al piano globale che avevamo presentato». Parere favorevole anche alla ricapitalizzazione? Risposta ancor più cauta: «Nel piano c'è anche un lungo capitolo sugli interventi finanziari, ma è chiaro che sulla ricapitalizzazione le conclusioni devono trarle i governi». I soldi (qualcosa come un miliardo di dollari in cinque anni) servono tutti e possibilmente in fretta alla Sgs-Thompson. I conti della società, come anche ieri ha assicurato Pistorio, stanno andando meglio: dopo un 1990 in rosso e un 1991 in passivo solo per effetto del peso degli oneri finanziari («E per le spese di ristrutturazione che hanno visto il taglio di 4mila dipendenti e la crescita del 22% di produttività», spiega), l'obiettivo per il 1992 è il nero. Ma il peso dei debiti resta alto: «marciamo verso il miliardo di dollari di indebitamento, anche perché finora abbiamo sempre finanziato la crescita con le risorse interne». Armando Zeni

Persone citate: Pasquale Pistorio, Philips, Pistorio, Thompson

Luoghi citati: Europa, Parigi