Scalzone stile Grillo di Enrico Benedetto

Scalzone stile Grillo In scena a Parigi «Paura Bianca» con Fuksas Scalzone stile Grillo PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un occhio a Benigni, l'altro (dice) ai canovacci cinquecenteschi, Oreste Scalzone ha esordito ieri sera come attore, raccogliendo applausi non di sola cortesia. L'ex leader potop e autonomo, esule oltr'Alpe da anni per sfuggire una condanna giudiziaria, ha messo in scena se stesso in un lungo soliloquio: bizzarri episodi quotidiani, passione politica, caustiche ironie stile Beppe Grillo. Titolo: «Paura Bianca». Protagonisti, con lui, Massimiliano Fuksas - altra vecchia conoscenza del '68 romano - e il belga Maurice Culot. Più un violoncello, su cui Julie Mondor esegue Bach. Il teatro non c'è: ne fa le veci una grande sala presso l'Institut Francais d'Architecture, che accoglie altri rifugiati italiani più o meno in latitanza, ex comunisti, verdi, ecologi, libertari sparsi. Non si replica, ma la pièce è disponibile in video. «Vogliamo commercializzarla in Italia» racconta Scalzone, che ha già in testa altre idee da «pensattore» - uno fra i numerosi neologismi inflitti al pubblico - per l'autunno. «Vorremmo affittare saltuariamente un piccolo circo di periferia, il Moreno, e rappresentarvi qualche "giornale parlato"». «Recitare? E perché no? Bisogna pure inventarsi un mestiere» provoca nel suo monologo gli spettatori, invitati a munirsi di lampade tascabili che improvvisino ombre cinesi sulla spartana coreografia. Poi narra «cinque storie facili», come la ((telefonata a me stesso» o il ((rifugiato dietro una scrivania». Surreali, scombinate, ma efficaci. E una sveglia che trilla perentoria non lo lascia sgarrare sui tempi: quanti ricordano le sue leggendarie maratone linguistiche negli Anni Ruggenti forse rimpiangeranno l'espediente. Poteva essere un più o meno patetico siparietto reducista, anche se oggi Fuksas è stimatissimo architetto cui la Francia dedica mostre, mentre lo stesso ideologo di Autonomia Operaia ha una tranquilla esistenza postrivoluzionaria. Ma l'humour tempera il revival. Scalzone si lancia, nel suo francese d'importazione. «Scusate, parlo frital» dice, autoironizzando sul vecchio nomignolo degli immigrati italiani, i «ritals». Poi: «Facevamo le "manif ' come se fosse teatro. Adesso, eccoci qua». Non rinuncia a evocare Lenin nato giusto 122 anni fa il ventidue aprile. Su Marx è amaro: «Voleva il "comunismo critico", hanno capito "comunismocratico"». Due parole sull'epoca buia, il '77 che doveva sfociare nella violenza: «Magari scopriremo che non siamo stati altro che il male minore, oppure una nuvola d'ira». Citazioni varie: Gilles Deleuze, Henri Lefebvre, Wilhelm Reich. Enrico Benedetto : L'ex leader autonomo ha esordito all'Istituto francese d'architettura recitando se stesso Nella foto di Dominique Delaunay da sinistra Culot, Scalzone, Fuksas

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi