Arriva lo spot strisciante di Simonetta Robiony

Arriva lo spot strisciante Nuova forma di pubblicità sui film trasmessi da Rete 4 e Italia 1 Arriva lo spot strisciante Zeffirelli: ci fanno a fette ROMA. E' l'ultima trovata in campo di pubblicità: si prende un disegno animato, gli si fa attraversare lo schermo sul quale scorrono le immagini di un programma e gli si fa lanciare un'altra trasmissione della stessa rete. L'altra sera è successo al film «La signora in rosso» su Retequattro: a percorrerlo di corsa per 7 secondi era una gallinella deputata a far pubblicità al duo Al Bano-Romina e al loro giochetto di «Gran festa italiana». Ma qualcosa di simile era stato già fatto per «Flash», il telefilm del sabato su Italia 1, pubblicizzato con un fumetto che lasciava una scia sul video, e per una serie western, con una Colt che, un colpo dietro l'altro, faceva cadere le lettere del titolo «Paradise». E questa non è l'unica forma di autopromozione che distoglie da quel che si sta vedendo per suggerire quello che si vedrà: c'è il «tassello-fantasma», riquadrato che appare in basso a sinistra e contiene le immagini della trasmissione su cui sui vuole attirare l'attenzione, e c'è il cosiddetto «serpentone» o «sottopancia», striscia di notizie usata soprattutto per comunicazioni di servi zio: da quelle che riguardano i notiziari giornalistici a quelle che invitano il pubblico a telefonare a un certo numero. In Rai fu abitudine di Biagi per i suoi film-dossier ma oggi è passata solo a segnalare disgrazie in arrivo sui tg: la lava dell'Etna, un se- questro aereo, una crisi di governo. Alla Fininvest, invece, dopo averla usata all'inizio degli Anni 80 per catturare ascolto a costo zero, fu sostituita dai più lussuosi «promo», seducenti ma costosi. A farla tornare di moda è stata la Guerra del Golfo, evento che oltre a sconvolgere il mondo sconvolse ogni programmazione. «Studio aperto» di Fede vi fece ricorso spessissimo. Giusto o ingiusto ritagliare lo schermo a fettine distogliendo chi sta seguendo una storia per proporgliene un'altra di qualche sera dopo? E poi serve o non serve questa forma di pubblicità su se stessi? Daniele Sangiorgi, responsabile commerciale di Italia 1 e Retequattro, le reti dirette una da Freccerò e l'altra da Franceschelli, entrambi sbarazzini e come tali disponibili a questa sperimentazione, spiega: «I nostri creativi le pensano tutte pur di poter vincere la battaglia degli ascolti. La trovata della pubblicità strisciante è nuovissima: ancora non si può dire se funziona». Canale 5, la rete maestra di Berlusconi diretta da Gori, invece non l'ha voluta. Giovanna Arata, stesso ruolo di Sangiorgi ma su Canale 5, la rifiuta: «Stravolge i contenuti del programma di cui si vuol fare promozione, infastidisce chi sta a casa e non ultimo per chi fa programmi in diretta è impraticabile: non si sa mai su quale faccia passa la gallinella». Franco Zeffirelli, di cui ieri sera è andato in onda su Raidue «Amore senza fine» ancora senza pupazzetti, ritiene queste ((trovatine» un danno tra i tanti. ((La nostra opera è irrimediabilmente rovinata dal passaggio tv. Colpa della legge Mammì che non ha obbligato Berlusconi a produrre niente». Non è vero, Berlusconi produce. ((Artisticamente quel che fa è zero. Eppure lui ha gusti raffinati. Meglio sarebbe stato per noi autori farci pagare come in America: tanta pubblicità ci metti nei film tanti soldi devi versare». Una proposta che non è passata. «Perché Veltroni ci ha illuso con la storia che non si spezza un'emozione. Ed ecco i risultati: ci stanno facendo a fette ogni giorno di più». Simonetta Robiony Franco Zeffirelli

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