Ignorati anniversario di Lenin e morte del granduca

Mosca snobba Rivoluzione e Romanov Per i nazionalisti Vladimir Kirillovich (sarà sepolto a Parigi) non era l'erede al trono Mosca snobba Rivoluzione e Romanov Ignorati anniversario di Lenin e morte delgranduca MOSCA. E' morto il giorno prima del 122° anniversario della nascita di Lenin, Vladimir Kirillovich Romanov, pretendente al trono degli zar. Ma la sua morte, nella frenetica Russia postcomunista, ha suscitato scarsa eco, così come l'anniversario dei natali del grande nemico della famiglia imperiale, che per la prima volta è stato ufficialmente ignorato. Il granduca Vladimir non lascia eredi diretti maschili, ma una figlia di 38 anni, Maria, e un nipote, che abitano a Madrid. Sarà sepolto nei prossimi giorni a Parigi. La scomparsa dell'ultimo Romanov che volesse riprendere la linea interrotta del potere zarista non ha particolarmente scosso le camicie nere di Pamjat, l'organizzione filomonarchica, ultranazionalista e antisemita che ancora espone nei cortei i ritratti di Nicola II. Vladimir Vasilev, portavoce di turno dell'Associazione, dice al telefono: «Siamo dispiaciuti da un punto di vista umano, ma non di più, perché Vladimir Kirillovich non era il legittimo erede al trono per una serie di ragioni». Secondo Pamjat, infatti, suo padre, Gran Duca Kirill, si sposò con una donna che rimase protestante fino all'età di 40 anni. Il matrimonio non fu autorizzato né dall'allora Zar, né dalla chiesa russa ortodossa. Nel 1918, quando Nicola II e famiglia furono massacrati a Ekaterinburg, il Gran Duca Kirill si proclamò erede al trono, ma subito ci fu chi contestò il suo diritto. Tanto più viene contestato quello del figlio. Dice Smirnov: «Non è stata la morte di un erede al trono, ma di uno dei discendenti di Alessandro II. Si tratta comunque di una grande perdita per la Russia, visto che di Romanov ce ne sono rimasti pochi. Non riconosciamo nessuno come erede legittimo. Secondo noi, la situazione attuale somiglia a quella del 1613, quando i nobili elessero un nuovo zar, dando origine ad una nuova dinastia». Dopo la morte di Fjodor, figlio di Ivan il Terribile, salì al trono Boris Godunov, un nobile tartaro sposato ad una figlia di Ivan. Morto Boris Godunov, iniziò una lunga «epoca di torbidi», che si concluse nel 1613, quando il «so bor» (assemblea, concilio) dei «boiardi» (nobili) elesse zar Michajl Romanov, iniziatore di una dinastia che si estinse nel 1762, con la morte di Pietro III, nipote di Pietro il Grande e sposato a quella che divenne poi Caterina la Grande, una principessa tedesca imparentata con la casa Holstein-Gottorp. Caterina conservò il nome Romanov, prolungando così artificialmente la dinastia Romanov. Un portavoce di Concordia Monarchica Ortodossa, un gruppo di San Pietroburgo che riconosceva il diritto di Vladimir Kirillovich, non sapeva neppure della sua morte. Saputolo, ha detto sconvolto: «Quando è successo? Non so che dire. Richiamate più tardi». [e. st.] Il granduca Vladimir Romanov colpito da un attacco cardiaco è morto a Miami

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