Bush-Clinton duello sull'aborto

Bush-Clinton, duello sull'aborto Bush-Clinton, duello sull'aborto E la Corte suprema decide il destino della legge NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono rimasti tutta la notte davanti alla sede della Corte Suprema, nella Washington «imperiale», tutta palazzi imponenti. A un certo punto, quando sulla capitale si è scatenato un temporale furibondo, gli uomini della vigilanza si sono mossi a compassione e li hanno fatti entrare nello scantinato. Poi, quando la pioggia è cessata li hanno di nuovo sbattuti fuori, ma intanto il momento di entrare era quasi arrivato, e loro hanno potuto assistere a quello che forse un giorno sarà ricordato come il momento in cui gli Stati Uniti decisero di cancellare l'aborto dalla loro legislazione. La Corte Suprema, infatti, ieri ha cominciato l'esame della «legge Casey», quella cioè varata dal governatore democratico della Pennsylvania Robert Casey che, in contrasto col suo partito, ha deciso di restringere al minimo i casi in cui si può abortire e di creare tutta una serie difficoltà alle donne che comunque vogliono farlo. Le minorenni, in base a quella legge, devono otte¬ nere il. consenso dei genitori, le sposate devono ottenére quello del marito, le nubili devono presentare un certificato del medico curante. La Corte Suprema deve decidere se tutto ciò è o no in contrasto con la Costituzione e la risposta che darà è considerata in pratica un'anticipazione del destino del diritto all'aborto in questo paese. A stabilirla, l'esistenza di quel diritto, fu proprio la Corte Suprema nella sua «storica» sentenza del 1973. Ma da allora molto tempo è passato, molti dei nove giudici sono morti o si sono ritirati e la Corte è ora dominata dai nuovi, nominati negli ultimi dodici anni da Ronald Reagan e George Bush. Per quanto se ne sa, soltanto due di loro sono dichiaratamente favorevoli al mantenimento del diritto all'aborto, mentre gli altri sette, seppure con varie sfumature, sono stati iscritti nell'elenco dei contrari. La possibilità che a luglio, quando è previsto che la loro sentenza venga emessa, le donne americane si ritrovino con «l'orologio messo indietro di quasi venti anni», come già dicono tutti, è dunque molto concreta, e lo sanno, bene sia, i sostenitori dell'aborto, cioè quelli che abbiamo visto affrontare la notte in bianco sotto il temporale nella speranza di «influenzare» la decisione dei giudici, sia gli antiabortisti, che da lunedì, in previsione del procedimento iniziato ieri, hanno rispolverato la virulenza messa in mostra l'estate scorsa a Wichita, nel Wisconsin, dove per settimane hanno bloccato gli ingressi delle cliniche dove si praticavano aborti facendosi arrestare a migliaia, e hanno puntato sulla città di Buffalo, nello Stato di New York. Questa volta, però, la strategia sarà diversa, hanno annunciato. Non ci limiteremo a presidiare gli ingressi delle cliniche. Inseguiremo i medici che praticano gli aborti fino a casa loro. Tampineremo le loro mogli al mercato, dal parrucchiere, spiegando a tutti che i soldi che spendono provengono dall'uccisione degli innocenti. Ma se la loro strategia si è arricchita di queste gentili intenzioni, anche quella dei loro avversari è stata affinata. L'estate scorsa a Wichita gli abortisti si fecero cogliere di sorpresa. Ora invece, si sono mobilitati per tempo, sono accorsi anche loro in massa a Buffalo e già un bel po' di pugni sono volati. «Una guerra di religione in un anno elettorale è proprio l'ultima cosa di cui avevamo bisogno», commentava sconsolato il «New York Times» l'altro giorno. Ma la guerra è ormai scoppiata, e quando a luglio arriverà la sentenza della Corte Suprema il processo elettorale sarà in fase ancora più avanzata e il problema aborto vi entrerà in modo prepotente. La posizione di George Bush è nota: secondo lui l'aborto dovrebbe essere consentito solo nei casi di violenza carnale e di incesto, e nei casi in cui la madre corre pericolo di vita. Quella di Bill Clinton, il suo probabile avversario democratico, l'ha riaffermata lui proprio ieri, è che la scelta se avere un figlio o no deve essere della donna interessata e nessun altro. L'amministrazione Bush, ha detto ancora Clinton, si sta servendo della legge della Pennsylvania per realizzare il suo vero progetto, che è quello di rovesciare la sentenza del 1973. [f.p.] s U n' immagi ne della grande manifestazione prò aborto a Buffalo (FOTOAP]

Persone citate: Bill Clinton, Bush, Bush-clinton, Clinton, George Bush, Robert Casey, Ronald Reagan

Luoghi citati: Buffalo, New York, Pennsylvania, Stati Uniti, Washington, Wisconsin