E' licenziato in tronco lo psichiatra dei deputati di Francesco Grignetti

E' licenziato in tronco lo psichiatra dei deputati Depennato dai questori di Montecitorio E' licenziato in tronco lo psichiatra dei deputati Pietro Rocchini, in una intervista svelò le depressioni degli onorevoli ROMA. Guai a spifferare i disturbi mentali dei pazienti, specie se si tratta di uomini politici. Ci si gipea il posto. Piero Rocchini, psichiatra convenzionato con la Camera, è stato «depennato» su due piedi per aver spiegato alla stampa in che consiste la «sindrome da preferenza unica» e quanto incide sull'umore degli eletti. Ma il professore ha detto la sua anche su depressioni, psicofarmaci, matrimoni saltati, impotenza sessuale. «Affermazioni non conformi alla deontologia professionale», è stata la sentenza irrevocabile dei tre deputati-questori che ne hanno deciso l'espulsione. Lui, psichiatra e neurologo con incarichi universitari in Usa e in Giappone, appare imperturbabile: «Continuerò il lavoro con i "miei" deputati. Il nostro è un saldo e libero rapporto di fiducia, tra paziente e terapeuta. Chi ha preso queste decisioni, forse ignora qual è il rapporto tra analista e paziente. Mi hanno già chiamato, i miei pazienti, non dico certo chi sono, per assicurarmi che si va avanti». Lo scandalo nasce da un paio di affermazioni non del tutto innocenti dello psichiatra. Prima cosa: «Negli Usa si fa politica dopo essersi affermati nella vita. Si entra in politica, cioè, con un senso di forza. In Italia è il contrario». Secondo: in questi soggetti, l'introduzione della preferenza unica ha scatenato una forma particolarissima di stress, finora inedita. «Forte componente depressiva», accompagnata da una «violenta aggressività nei confronti del partito». Il professore spiega: «E' uno studio statistico per sommi capi di una situazione generale. Con la preferenza unica, il partito da elemento aggregante è diventato Il questóre Elio motivo di scontro. Si è passati a un confronto diretto all'interno del proprio gruppo». Così cresce la coda davanti al suo lettino. Sarebbe questa, la sindrome da preferenza unica, anche la molla profonda nel proliferare dei partiti trasversali. «Nel momento in cui il nemico è all'interno del vecchio gruppo, ci si rivolge a un nuovo gruppo che in qualche modo dia protezione». Appena lette le interviste che il professore Rocchini aveva rilasciato ai giornali, e vedendo che stava per' partecipare alla presentazione del libro di Claudio Caterisano «Qui mi scappa l'onorevole» (raccolta di facezie e curiosità sull'ultima campagna elettorale), i questori della Camera sono corsi ai ripari. Hanno quindi comunicato al mondo che il professore era stato espulso all'istante. E non è il primo caso del genere. Qualche anno fa, la dottoressa Del Melle, del presidio sanitario della Came- > Quercioli ra, passo sen . guai per aver concesso interviste sulla salute degli onorevoli. «Mi ricordo bene il caso - commenta Rocchini anche lei non aveva fatto nomi. Ma come nel mio caso, è scattata la necessità di difendere la perfezione dell'istituzione». Sarebbe questo il tabù infranto, secondo lo'psicoanalista, che richiede il suo sacrifìcio: aver affrontato scientificamente un problema, «umanizzando» la figura di chi ci rappresenta. «Ma questo - dice - poco interessa a chi difende sterilmente la facciata del Palazzo. Meglio mettermi il bavaglio. Se io avessi preso ^parolacce qualcuno, forse sarebbe finita lì. Magari avrebbe approfittato della pubblicità». Francesco Grignetti Il questóre Elio Quercioli

Persone citate: Came, Claudio Caterisano, Del Melle, Elio Quercioli, Piero Rocchini, Pietro Rocchini, Quercioli, Rocchini

Luoghi citati: Giappone, Italia, Roma, Usa