Bimbo muore nella culla

Bimbo muore nella culla Già sei casi negli ultimi cinque mesi: famiglie allarmate Bimbo muore nella culla II medico: attendiamo l'autopsia ma non c'è patologia infettiva Un bambino di due mesi e mezzo è morto ieri mattina nella sua culla, improvvisamente e inspiegabilmente. E' il sesto caso che si verifica a Torino negli ultimi cinque mesi. Si chiamava Andrea Altamura ed era nato il 31 gennaio. Ieri, verso le 7, la madre, Tiziana Cordaro, 20 anni, via Cuneo 30, gli ha dato il latte con il biberon quindi l'ha adagiato nella culla a pancia in giù. Verso le 10 è arrivata una sua sorella, Rosaria, 24 anni: insieme sono andate alla culla e si sono accorte che il piccolo aveva il volto cianotico e non respirava. Mentre la madre telefonava alla guardia medica e cercava di mettersi in contatto con il padre di Andrea, la sorella Rosaria cercava di rianimare il bimbo. Al Maria Vittoria, per il piccino non si è potuto far nulla. Due settimane fa, sempre in questo pronto soccorso, era arrivata un'altra bimba, Alexandre Cerato, di pochi mesi, morta pure lei in circostanze misteriose. Ma la casistica è più ampia, prende le mosse dal decesso della neonata morta il 20 novembre scorso, Chiara Squillaci, 5 mesi. Altre «morti in culla» tuttora senza spiegazione erano state quelle di Maicol De Angelis, di Cuorgné, e dei piccoli torinesi Alex Fanelli e Valentina Longo. Scossa dai singhiozzi; il volto rigato dalle lacrime, Tiziana Cordaro non riesce a spiegarsi quanto è accaduto. La giovane convive con Gaetano Altamura, di 21 anni. «Ma - racconta Tiziana - da qualche giorno Gaetano è tornato a vivere con i suoi genitori, in via Ormea 30. Bisticci passeggeri, nervosismo per entrambi. Anche per questo ho preferito cambiare alimentazione al piccolo Andrea, sostituendo il latte materno con quello in polvere. Prima di coricarlo nella culla ho atteso che digerisse, poi ho iniziato a mettere in ordine la casa». Rosaria, la sorella di Tiziana, aggiunge: «Quando mi sono chinata su di lui ho visto sulle guance alcune macchie rosse. Il viso era quello di un sofferente. Gli ho subito schiacciato l'addome. Mi è sembrato si riprendesse. Abbiamo atteso l'ambulanza». Quindi una corsa fino al pronto soccorso dove però l'equipe di guardia, coordinata dal dottor Giacomo Vietta, altro non può fare che constatare il decesso del bambino. «Da un primo esame - spiega il sanitario - la morte doveva risalire ad un paio d'ore prima. Secondo il mio parere, ma è ovvio che c'è da attendere l'autopsia, si tratta della solita morte per immaturità del centro del respiro. Casi di questo tipo ne sono sempre capitati. Il bimbo si dimentica di respirare. In alcuni Stati hanno realizzato dei sensori da applicare sul petto del neonato per segnalare irregolarità nel respiro». Si calcola siano più di 1300 ogni anno in Italia i decessi «inspiegabili» dei lattanti. Fino ad oggi cause precise non sono state individuate, anche se si fanno studi in tutto il mondo. «Ma non vuol dire ancora niente - tranquillizza un pediatra - che si sia notato a Torino un numero eccessivo di casi. Bisogna attendere gli esiti dell'autopsia. Non penso comunque ci sia una patologia infettiva. Questa sindrome riguarda bambini che però agli esami autoptici non hanno rivelato niente». [i. bar.] La madre Tiziana Cordaro, 20 anni, con la sorella Rosaria. Sopra, la dottoressa del pronto soccorso

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