L'Avellino messo in croce
L'Avellino messo in croce I tifosi per protesta trasformano il campo di gioco in una specie di cimitero L'Avellino messo in croce AVELLINO. Forse i calciatori dell'Avellino, reduci dall'ennesima sconfitta a Taranto che li ha relegati a fondo classifica, si aspettavano forme anche pesanti di contestazione. In questo senso la tradizione è abbastanza consolidata nella città che rimpiange i dieci anni di serie A e le sfide con le grandi. Però nessuno avrebbe mai immaginato la macabra protesta organizzata ieri da ignoti presunti tifosi. Entrando in campo per il primo allenamento della settimana, gli uomini affidati venti giorni fa a Ciccio Graziani nella speranza di una ripresa, hanno visto al centro del terreno di gioco 16 croci di legno con il nome dei titolari, dell'allenatore e del presidente e la data del 14 giugno 1992, ultima giornata di campionato. Su ogni croce era incisa anche la lettera M, che presumibilmente significava morto. Gli inservienti non hanno potuto rimuovere la quanto meno singolare scenografìa, anche perché dissuasi con durezza da molti tifosi accorsi sugli spalti per godersi la scena. I calciatori hanno discusso a lungo negli spogliatoi sull'opportunità di rimuovere le croci e alla fine hanno optato per un allenamento in posizione defilata rispetto alla zona della lugubre esposizione. Sono arrivati sul posto una quarantina fra poliziotti e carabinieri e solo sotto la sorveglianza delle forze dell'ordine i giardinieri hanno potuto liberare il terreno di gioco dagli inconsueti oggetti. Le contestazioni, comunque, non si sono fermate alle croci. Sul campo sono piovuti agrumi e bottigliette. Poi sono state prese di mira le auto dei calciatori e oggi i carrozzieri della città avranno più lavoro del solito. E' andato in frantumi il parabrezza della vettura del portiere Ferrari, altri danni hanno subito le auto di Miggiano, Bertuccelli e Parpiglia. Sgonfiate lé gomme della vettura di Esposito, incautamente fermatosi a discutere con gruppi di facinorosi. Ci sono andati di mezzo anche un fotoreporter de «Il Mattino» e dell'Ansa, Lino Sorrentini, aggredito e percosso da un tifoso, e un collaboratore dell'emittente privata «Telenostra», Rosario Lamberti. Anche Ciccio Graziani è venuto a diverbio con alcuni tifosi in un clima di autentica confusione. Oggi, quando Matarrese e Campana si troveranno a Roma per discutere i problemi dei calciatori, avranno un motivo in più di riflessione. Giuseppe Pisano
Persone citate: Bertuccelli, Campana, Ciccio Graziani, Esposito, Giuseppe Pisano, Lino Sorrentini, Matarrese, Parpiglia, Rosario Lamberti
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