Telefoni, i monopoli sotto tiro

Telefoni, i monopoli sotto tiro Il commissario alla concorrenza vuol riscrivere la delibera cara alla Sip Telefoni, i monopoli sotto tiro Brittan (Cee) all'attacco delle ultime barriere MILANO. «E' tempo di abolire i monopoli ancora esistenti nel campo dei servizi telefonici». Leon Brittan, l'uomo della concorrenza nella commissione europea, ci riprova. Incurante delle polemiche che - c'è da scommettere - da oggi pioveranno su di lui, è da ieri di nuovo in pista con il suo antico progetto di privatizzare al massimo il settore delle telecomunicazioni. Davanti alla platea attenta e qualificata di un convegno sul futuro del settore, l'inglese della Cee ha ripetuto per filo e per segno quello che da sempre è il suo pensiero a riguardo: liberalizzare, liberalizzare tutto. Insomma,, dopo i compromessi (e le polemiche) di un anno fa quando dalla Commissione era stata licenziata la direttiva che decretava la fine del monopolio pubblico su parte del settore ma non nel campo dei servizi telefonici pubblici («A eccezione dei servizi di telefonia vocale, del telex, di radiotelefonia mobile, di radioavviso e di comunicazioni via satellite», recita la legge che ha recepito in Italia la direttiva 90/388 della Cee), Brittan lascia intravedere nuovi sviluppi. Soprattutto lascia capire che in un modo o nell'altro potrebbe essere già arrivato il tempo di riscrivere la famosa direttiva del 1990. «La Commissione Cee - ha anticipato - sta compiendo una revisione della propria politica nel settore delle telecomunicazioni per verificare se la salvaguardia dei diritti di esclusiva sui servizi telefonici pubblici trova ancora oggettive giustificazioni». Cee di nuovo in pista in un settore dove gli interessi e la posta in gioco sono enormi, dunque. Con un obiettivo dichiarato: la fine del monopolio pubblico. Non solo la gestione dei telefonini, insomma, potrebbe essere aperta ai privati ma anche quella del caro, vecchio telefono. Come dire, da ieri anche per Sip e per Stet il telefono piange un pochino. Implacabile, Brittan: «Non si può più giustificare - dice - che in Francia una telefonata di 4 minuti a un utente distante 100 chilometri ma collocato al di là della frontiera costi quasi il doppio di una chiamata nazionale con le medesime caratteristiche». Poi argomenta: «Fino a qualche tempo fa il peso che gli introiti provenienti dai servizi telefonici pubblici avevano nei bilanci delle società di gestione era tale che l'abolizione dei monopoli avrebbe potuto rappresentare una minaccia per il funzionamento globale dei servizi, tanto è vero che l'argomento venne escluso dalla direttiva del '90». Ma adesso? Adesso, è la risposta, «è venuto il momento di colmare anche in Europa il gap esistente, in termini di liberalizzazione, con Stati uniti e Giappone». Ovviamente, a parità di condizioni: «Le autorità statunitensi dovranno fare la loro parte - spiega - per assicurare che il mercato Usa sia aperto quanto quello europeo», [a. z.] Leon Brittan

Persone citate: Brittan, Leon Brittan

Luoghi citati: Europa, Francia, Giappone, Italia, Milano, Stati Uniti, Usa