La Borsa schiacciata dai blocchi di Ugo Bertone

La Borsa schiacciata dai blocchi Da oggi la Consob tenterà di dare nuove regole agli scambi fuori parterre La Borsa schiacciata dai blocchi Gli operatori contro il mercato degli stock MILANO. Passano, alle undici e 42 di ieri, 50 mila Mondadori. Il prezzo? 8492 lire. E le Fiat? Già, ieri la Mediolanum di Silvio Berlusconi ne ha collocate 200 mila alle ore dieci e 45. E nel pomeriggio di venerdì, a Borsa chiusa, di affari ce ne sono stati: 5 milioni di Ambroveneto risparmio, un milione e mezzo di Credit risparmio e ancora: Sirti (1,2 milioni di pezzi a 10.700 lire), Credito Commerciale, Italcable risparmio. Il mercato c'è, insomma, anche se non transita dalle grida di Piazza Affari. E non a caso queste note di cronaca si riferiscono al mercato dei blocchi e non a una spenta, insignificante seduta quale quella che si è vissuta ieri alla City milanese. Blocchi, odiati blocchi. La Borsa scopre il nuovo nemico, la Consob da oggi affronta il problema. L'obiettivo? Individuare le regole per il mercato delle grandi partite di titoli, destinate a transitare fuori dal listino ufficiale. Sembrava una grande conquista, quella della legge sulle Sim. Il primo passo, si diceva, per la concentrazione degli affari in Borsa. E invece... Pochi mesi ed è già polemica furente: si lamentano gli operatori per i pacchi di titoli che passano senza vincolo di prezzo. E' vero, i blocchi esistono in tutto il mondo ma so¬ no sottoposti a regole. In Francia, ad esempio, esistono regole precise: chi intende comprare ad un prezzo più elevato di quello segnato in Borsa, a Parigi, deve prima far transitare l'offerta sul listino e solo dopo, per le partite insoddisfatte, può rivolgersi al mercato dei blocchi. In Italia, limite (non il solo) di una riforma parziale queste regole possono venir trascurate e le proteste non mancano. Soprattutto tra quelli che temono di venir tagliati fuori da una concorrenza spietata. Attorno a questo problema si scarica la rabbia del popolo di Borsa, soprattutto degli esclusi da queste partite. Sullo sfondo, infatti, c'è una situazione melanconica: dall'inizio dell'anno, secondo i conteggi della Consob, sono almeno 600 i contratti di compravendita passati attraverso il sistema dei blocchi (ovvero tramite Sim, a prezzo diverso dal listino e senza commissioni) per un importo di centinaia di miliardi e anche più. Non è una novità perché, prima della nascita delle Sim, questi scambi fuori Borsa avvenivano senza alcuna formalità mentre oggi esiste l'obbligo della trasparenza e della pubblicità. Ma, comunque, in un mercato del genere, a non pochi fa rabbia questa corrente di scambi estranea al listino ufficiale anche perché Piazza Affari vive di questi tempi, forse, i suoi giorni peggiori: scambi al lumicino, prezzi stagnanti e prospettive grigie, o meglio, assenti, nel futuro prevedibile. Mai, nemmeno nei giorni più tristi segnati da scioperi e rabbia dei procuratori, c'è stato tanto pessimismo. Una buona parte delle sessanta Sim che hanno iniziato l'attività nello scorso gennaio ha chiuso il primo trimestre in rosso e le prospettive non sono cerio incoraggianti. E se va avanti così, tra costi crescenti e ricavi stagnanti, le prospettive si fanno davvero brutte. Ugo Bertone Enzo Berlanda

Persone citate: Enzo Berlanda, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Parigi