Van Gogh tradito dai colori

Van Gogh tradito dai colori Amsterdam, pigmento scadente sta alterando i capolavori Van Gogh tradito dai colori La direttrice del museo: «Quello che dipinse in rosa è diventato bianco» A rischio gli «Iris» custoditi a New York e «Il ritratto del dottor Gachet» AMSTERDAM. Frustrato in amore, Vincent Van Gogh fu in realtà tradito anche dalla sua pittura. E' quanto sta emergendo in Olanda dai restauri di alcuni quadri del geniale impressionista olandese, le cui opere sono da alcuni anni ai vertici delle quotazioni mondiali. Secondo gli esperti, un pigmento usato da Van Gogh in alcuni dei suoi dipinti più vividi era di qualità scadente e sta ora alterandosi. Il fenomeno risulta provocato dalla luce stessa, che per il pittore fu una vibrante fonte di ispirazione fino a quando si uccise nella campagna di AuversSur-Oise, presso Parigi: era il 1890 ed egli aveva solo 37 anni. «Quello che egli dipinse in rosa ora si è trasformato in bianco» spiega la direttrice del museo Van Gogh di Amsterdam, Cornelia Peres. Il museo ospita 200 dipinti dell'artista, la maggiore collezione al mondo, e gli specialisti ritengono che almeno una ventina di opere siano interessate dal fenomeno, con un deterioramento non trascurabile rispetto alle tonalità originarie. La colpa principale è di un pigmento scarlatto inventato a Parigi nel 1871. Esso fu molto usato da Van Gogh quando si trasferì nel meridione francese, ad Arles, dipingendo parecchie opere en plein air. L'artista sapeva che i toni dei suoi colori si sarebbero attenuati col tempo, ma non poteva immaginare il grado di decadimento di questa specifica tinta, chiamata rosso di eosina o lacca geranio. La professoressa Peres e un esperto svizzero hanno descritto il fenomeno in un libro sul restauro di una serie di studi del 1888 intitolati «il frutteto rosa», «peschi in fiore» e «il frutteto bianco». Questi, secondo la direttrice, sono tra i dipinti più colpiti: «Ora sembrano paesaggi invernali, mentre erano primaverili, con tonalità rosa dappertutto: la componente rossa svanisce e l'intera composizione ne risulta squilibrata». Fotografie di minuscoli frammenti di colore dimostrano l'esistenza di ricche tonalità di rosso sotto gli strati sbiaditi e anche l'ex direttore del Kunstmuseum di Basilea, Paolo Cadorin, è d'accordo: «Fiori dipinti da Van Gogh in tonalità purpuree sono adesso azzurri con chiazze malva». E' così che i celebri Iris del Metropolitan Museum di New York sono tra le vittime del fenomeno: lo sfondo, ora bianco, era originariamente di un rosa vivace. Un esperto ritiene che tra le opere interessate figuri anche il «Ritratto del dottor Gachet», comprato nel 1990 dal miliardario giapponese Ryoei Saito per la somma primato di 82,5 milioni di dollari. A volte i colori veri giacciono solo un centesimo di millimetro sotto la superficie ma è impossibile ripristinarli. Inoltre Peres non riterrebbe etico un «rinnovamento» del genere perché, dice, «un restauratore può modificare ma non bloccare il corso del destino». Il museo di Amsterdam, costruito nel 1973, sta facendo il possibile per attenuare lo scolorimento, a cominciare dall'installazione di speciali scuri per ridurre l'esposizione delle opere ai raggi ultravioletti. Il lavoro è particolarmente complesso perché l'edificio era stato concepito per inondare i dipinti di luce, in sintonia con l'amore dell'artista per le luminosità del mezzogiorno. Quanto al deterioramento del rosso di eosina, Peres tiene a sottolineare che era un fenomeno sconosciuto agli stessi fabbricanti: era una tinta che all'epoca non era considerata scadente, né Van Gogh ha mai lesinato sulla qualità dei prodotti. [Ansa] «Il ritratto del dottor Gachet», acquistato da un collezionista giapponese