007 avvelenato da una mela

007 avvelenato da una mela A Londra si riapre il caso di Alan Turing, genio della matematica 007 avvelenato da una mela Aveva scoperto i codici dei russi, magli americani non si fidavano di lui Il frutto sbocconcellato trovato accanto al cadavere, forse venne «suicidato» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In tempi di avvelenamenti misteriosi, di personaggi scomodi messi a tacere con morti «mascherate» da banali incidenti o incomprensibili suicidi, torna d'attualità in Inghilterra l'oscura scomparsa di un genio della matematica e della scienza computeristica applicata ai codici spionistici. Il protagonista di questo «caso» enigmatico si chiamava Alan Turing e per anni aveva lavorato per lo spionaggio inglese, aiutando a identificare gli «agenti doppi» Klaus Fuchs e Donald Maclean. Fin quando, nel '54, fu ritrovato morto, apparentemente suicida. Solo che aveva una mela avvelenata accanto, e il frutto era mezzo sbocconcellato. Ma è proprio questa tesi di comodo, un inesplicabile suicidio, questa «verità costruita» ad essere rimessa clamorosamente in dubbio ora, con la pubblicazione di una biografia su Turing che uscirà nei prossimi giorni. Perché il genio della identificazione dei codici segreti, secondo questa nuova e inquietante ipotesi, sarebbe stato «suicidato» (con la mela al veleno) affinché non svelasse i misteri che conosceva. Alan Turing, dunque, era docente all'Università di Cambridge, pioniere negli Anni Trenta della nascente scienza della computeristica derivata da modelli matematici. Un genio, che durante la guerra era riuscito a identificare il codice segreto «Enigma» e che alla fine del conflitto venne pagato a peso d'oro purché accettasse di lavorare nella stazione di intercettazione radio di Cheltenham. Negli Anni Cinquanta, con la «guerra fredda», il professor Turing era diventato un ineguagliabile specialista in affari russi perché, come gli specialisti americani, anche lui era riuscito a penetrare nel sistema cifrato utilizzato da Mosca e basato su serie di numeri «random», usati apparentemente senza collegamento. Questa scoperta fu racchiusa nel nuovo codice «Venona» che doveva permettere per anni ad americani e inglesi di decifrare le comunicazioni segrete dei sovietici per i loro messaggi confidenziali. Secondo il biografo di Turing, il prof. Andrew Hodges, «Venona era un classico problema computeristico». E Alan Turing era un genio dei computer che aveva cominciato a studiare dal '48, all'Università di Manchester. E tre anni dopo, ingaggiato nel centro di intercettazione del quartier generale di Cheltenham, si era portato dietro uno degli elaboratori elettronici utilizzati aK l'università. Così Turing, coi colleghi americani, era riuscito a sco- prire identità e «doppio gioco» di Klaus Fuchs, la spia atomica inglese. E grazie al codice «Venona» provò che l'«Omero» nominato nelle comunicazioni e nei dispacci top secret dei sovietici, era un altro «traditore», Donald Maclean uno del quartetto delle spie di Cambridge guidati da Kim Philby. Proprio quelle clamorose defezioni allarmarono gli americani che consigliarono agli alleati inglesi di allontanare dai posti più «sensibili» personaggi a rischio e ricattabili come gli omosessuali. E Alan Turing era un «gay». Nel '52, venne perciò congedato e da allora, fino al giorno della morte, fu sempre sottoposto a stringente sorveglianza, [p. pat,]

Luoghi citati: Cambridge, Inghilterra, Londra, Mosca