Feti nell'immondizia: spot choc in tv

Feti nell'immondizia: spot choc in tv USA Oggi la Corte Suprema si pronuncia sull'aborto, Bush invita i proibizionisti alla calma Feti nell'immondizia: spot choc in tv La Commissione vigilanza dà l'ok alla trasmissione WASHINGTON. Per sostenere con efficacia il suo no all'aborto, l'aspirante deputato repubblicano Michael Bailey manderà in onda immagini di feti che - afferma - sono stati estratti dai depositi delle immondizie di una clinica. Riluttanti, le reti tv locali si sono dovute adeguare. «Non importa da che parte stai - ha dichiarato Paul Karpowicz, presidente di un network di Indianapolis - lo spot non è adatto alla televisione». Perplesse, le emittenti si sono rivolte per un parere alla Federai Communication Commission, l'ente federale responsabile per l'etica in tv: hanno ricevuto l'Ok. «La legge - ha dichiarato a Washington Milton Grossman, direttore della divisione "politica" della Fcc - proibisce alle televisioni di censurare o modificare materiale elettorale di candidati regolarmente in lizza». Bailey - candidato per l'Indiana e il Kentucky - conviene che lo spot non è adatto ai bambini. E infatti compare sullo schermo a mettere in guardia le famiglie dei piccoli telespettatori. Poi aggiun¬ ge: «Però neanche l'aborto è adatto all'America». Dissolvenza, mentre la macchina da presa inquadra i feti per 15 secondi. Intanto, oggi la Corte Suprema degli Stati Uniti, prendendo in esame la legge della Pennsylvania, potrebbe autorizzare gli Stati dell'Unione a vietare l'aborto, salvo in situazioni estreme, rovesciando così definitivamente la storica sentenza «Roe contro Wade» che legalizzò l'interruzione volontaria di gravidanza nel 1973. L'attesa è dunque grande sia fra i sostenitori dei diritti civili che fra i militanti antiabortisti di «Operation Rescue» riuniti a Buffalo (New York) per ima nuova serie di sit in davanti alle cliniche. Il caso in esame davanti alla corte verte sulla legge della Pennsylvania (consultazione obbligatoria del marito, 24 ore di pausa di riflessione, descrizione alla donna delle fasi di sviluppo del feto e delle possibilità alternative all'aborto), ma in realtà va molto al di là. Se è praticamente scontato il via libera alla legge, l'attesa è incentrata sulle moti¬ vazioni della sentenza attraverso cui potrebbe passare la fine di «Roe contro Wade». Nel 1989, quattro giudici su nove firmarono una relazione di minoranza decisamente antiabortista, ma dopo le nuove nomine effettuate da George Bush i rapporti di forza sono cambiati. Bisognerà vedere come si comporteranno i «nuovi» Davids Souter e Clarence Thomas, il giudice nero che fu accusato di molestie sessuali. Se vincerà la linea antiabortista (sostenuta dall'avvocato di Stato Kenneth Starr, che rappresenta l'amministrazione di George Bush - potranno passare leggi decisamente restrittive anche in altri Stati. Nell'Utah dei mormoni l'interruzione volontaria di gravidanza diventerà un crimine salvo nei casi di violenza carnale, incesto e pericolo per la vita e la salute della donna. Similmente in Louisiana, ma anche nel territorio di Guam dove una legge ancor più restrittiva è stata bocciata la settimana scorsa da una Corte d'appello perché in contrasto con «Roe contro Wade». La Casa Bianca ha rivolto un appello ai militanti antiabortisti di «Operazione Rescue»: mentre la Corte Suprema si accinge a discutere la legge della Pennsylvania, il portavoce del presidente George Bush, Marlin Fitzwater, ha invitato gli attivisti alla calma. «Non violate la legge in alcuna maniera, portate avanti la vostra causa in modo pacifico», ha dichiarato Fitzwater mentre a Buffalo, nello Stato di New York, migliaia di dimostranti si sono riuniti per boicottare «con ogni mezzo necessario» quattro cliniche private dove si praticano aborti. Un assedio simile avvenuto la scorsa estate a Wichita (Kansas) durò settimane e portò all'arresto di quasi tremila persone. Gli attivisti sono pronti a tutto: nel mirino sono i medici abortisti. «Li inseguiremo nel loro quartiere, al club di golf, alla scuola dei figli», ha proclamato Randall Terry, l'ideatore della protesta. La moglie del dottore va dal parrucchiere? «La scoveremo e diremo a tutti che la sua messa in piega è pagata col sangue».