Congresso A Eltsin la chiusura di F. S.
Congresso A Eltsin la chiusura Scontro rinviato Congresso A Eltsin la chiusura MOSCA. Il sesto Congresso russo si è chiuso ieri, dopo 14 giorni di estenuanti dibattiti, senza che nessuno possa vantare una netta vittoria politica. Sia la «squadra» di Boris Eltsin, sia quella del presidente del Parlamento Ruslan Khazbulatov, hanno dovuto scendere a compromessi, rinviando lo scontro al Soviet supremo. Eltsin, riapparso dopo dieci giorni di assenza, è intervenuto alla chiusura del Congresso, criticando la «rozzezza» di Khazbulatov (aveva definito «vermi» i membri del governo), ma lanciando un appello alla concordia. Il Presidente ha lamentato la «crisi costituzionale, che assume carattere cronico», ha negato di voler risolvere la lotta di potere con un referendum, e si è detto disposto a fare la sua parte di concessioni. In particolare, ha detto, il Soviet supremo potrà dire la sua sulla nomina del premier e, se «valuterà negativamente» l'operato dei ministri, il Presidente «li rimuoverà». Ma sono, per ora, solo parole. Eltsin non ha presentato l'annunciato rimpasto di governo, e anzi ha preparato un progetto di legge secondo cui il Parlamento potrà bocciare il «suo» candidato per la presidenza del Consiglio, ma solo per vederla automaticamente occupata per un anno dallo stesso Eltsin. [f. s.]
Persone citate: Boris Eltsin, Eltsin, Khazbulatov, Ruslan Khazbulatov
Luoghi citati: Mosca
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