«Ha respirato forte, come per morire prima» di E. St.

«Ha respirato forte, come per morire prima» «Ha respirato forte, come per morire prima» EUpadre di una delle sue vittime lo ha guardato fisso negli occhi SAN FRANCISCO. Sguardo triste e consapevole, Robert Alton Harris ha strizzato l'occhio verso una guardia e ha mormorato un paio di volte ai familiari: «It's ali right» («Va tutto bene»). Poi ha respirato profondamente il cianuro che invadeva la «camera della morte» di San Quintino. A due metri di distanza, oltre la barriera di vetro che lo separava dai 50 testimoni dell'esecuzione, il padre di una delle sue due giovani vittime, il poliziotto Steven Baker, lo guardava fisso negli occhi, senza muovere un muscolo. Nel 1978, era stato proprio Baker, detective a San Diego, ad arrestare Harris dopo una rapina: ma al momento della cattura, il poliziotto ancora non sapeva che quel rapinatore gli aveva ucciso il figlio poco prima. Baker ha insistito per essere presente all'esecuzione di Harris. E la stessa richiesta è venuta da sua moglie, Sharron Mankin: voglio assistere «per esser sicura che giustizia è sta¬ ta fatta», aveva detto. Gli ultimi terribili attimi di vita di Harris, il primo uomo a essere giustiziato in California dal 1967, sono stati raccontati anche da alcuni giornalisti, ammessi fra i cinquanta testimoni che hanno assistito all'esecuzione. Harris è entrato per l'ultima volta nella camera a gas alle 6,2 locali (le 15,2 in Italia), poco meno di due ore dopo che un giudice della Corte d'appello di Los Angeles lo aveva salvato per la quarta volta nel giro di poche ore. «Si rendeva conto che questa volta non ne sarebbe più uscito vivo», ha detto Lorie Hearn, giornalista del «San Diego Union Tribune» e rappresentante di un movimento per i diritti umani. «Il suo volto - ha raccontato ancora Lorie Hearn - mostrava la consapevolezza di ciò che stava per accadere. Ha salutato una guardia carcerària, poi è stato legato alla sedia. Alle 6,5 ha cominciato a inalare il gas con forza, quasi a voler rendere più breve la sofferenza. Ha guardato a destra, poi a sinistra, la sua testa ha roteato prima di abbandonarsi in avanti, il mento appoggiato sul petto». «Dopo un minuto e venticinque secondi - ha proseguito Lorie Hearn -, Harris sembrava aver già perso conoscenza. Ma poi ha riaperto gli occhi almeno altre due volte, mentre le convulsioni lo scuotevano e le guance si gonfiavano alla ricerca di aria». «Per due volte la sua testa è caduta in avanti - ha aggiunto Chris Christal della "United Press" - e Harris l'ha rialzata, con gli occhi ormai inespressivi e una vena sulla fronte che si ingrossava. Non ha lottato contro i lacci di pelle che lo legavano' alla sedia, ma è stato scosso da tremiti ripetuti». Sette minuti dopo aver inalato la prima dose di gas letali, Robert Alton Harris ha smesso di muoversi. Alle 6,21 il medico di San Quintino lo ha dichiarato ufficialmente morto. I suoi pa¬ renti si sono abbracciati, mentre i familiari dei due ragazzi uccisi da Harris nel 1978 si stringevano la mano. Secondo Jerry Wilcox, della stazione radio «Kcbs» di Los Angeles, «Harris ha sicuramente sofferto, ma la sua esecuzione non è sembrata una tortura. E' morto con dignità». Per Wade Douglas della «Ksdo» di San Diego, il condannato «ha fatto un enorme sforzo per non mostrare ai genitori delle sue vittime che stava soffrendo». Con una videocamera, un rappresentante dell'Unione americana per le libertà civili ha ripreso la scena per usarla come prova che la camera a gas viola la Costituzione infliggendo una punizione «crudele». Il racconto dei testimoni ripropone anche i drammatici momenti che hanno accompagnato la seconda, temporanea sospensione della condanna a morte, avvenuta un paio d'ore prima dell'esecuzione, quando Harris era già entrato nella ca¬ mera della morte ed era stato legato alla sedia. E' ancora Lorie Hearn a parlare di quei lunghi minuti vissuti intorno alle 4 del mattino. «Harris - racconta Lorie Hearn - è stato legato nella camera a gas da tre guardie alle 3,49. Alle 3,51 è squillato il telefono nella stanza da dove si assiste all'esecuzione. Un familiare di Harris ha esclamato "Oh Dio!". Alle 4,01 le guardie sono rientrate nella camera a gas, hanno slegato il condannato e lo hanno riportato nella cella di attesa». Quando lo avevano portato dentro la camera, secondo altri testimoni, Harris si sforzava di apparire di umore lieto, ma a stento tratteneva le lacrime e quando lo avevano legato sorrideva verso quanti assistevano, oltre il vetro, ai preparativi. Nelle ultime ore di vita, Harris aveva ricevuto la visita dei parenti. Poi, salutando le guardie carcerarie, aveva augurato loro ogni bene e aveva consigliato di «non prendersela troppo». [e. st.]

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