Rimorso nell'America dei giustizieri

Rimorso nell'America dei giustizieri Si teme un «epidemia» di condanne, sotto accusa soprattutto la crudeltà della camera a gas Rimorso nell'America dei giustizieri // caso Harris riapre le polemiche sulle esecuzioni NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Le reazioni alla morte di Robert Alton Harris confermano che non si tratta di un'esecuzione come tutte le altre. Il fatto che sia avvenuta in California, infatti, fa temere agli oppositori della pena di morte che l'esempio possa essere seguito da altri Stati. Dopo l'ormai citatissima sentenza della Corte Suprema del 1976 che in pratica ripristinò questa punizione, gli Stati che hanno «obbedito» sono stati diciotto. Il più solerte nella ripresa delle esecuzioni è stato il Texas, che ne ha compiute 46, seguito dalla Florida con 27. Poi ci sono il Kentuky con 20 e la Georgia con 15. Il numero complessivo dei giustiziati è stato di 168, dieci e qualcosa per ognuno di questi sedici anni trascorsi. Ai nemici della pena di morte questa cifra appare enorme, ma se si tiene conto che sono circa tremila i condannati in attesa di entrare nella camera a gas, di venire legati alla sedia elettrica, di subire un'iniezione letale o di essere fucilati o impiccati (a seconda della fantasia dei legislatori locali e della tradizione dei singoli Stati), quel dato potrebbe essere molto più drammatico. Ebbene, l'ingresso della California come diciannovesimo Stato che «obbedisce» alla sentenza del 1976 potrebbe per l'appunto rendere quel dato più drammatico, nel prossimo futuro. La California, dice sconsolato Douglas C. Magee, autore di «Slow Corning Dark», un classico sull'argomento della pena di morte, «ama considerarsi uno Stato leader, ma in questo caso ha preferito andare a rimorchio di Stati come la Georgia, il Texas, la Louisiana», cioè di quel Sud dove, dice un'antica convinzione, «di giorno si sorride e di notte si uccide», per sintetizzare quel misto di gentilezza e crudeltà che costituisce la psicologia di quella zona degli Stati Uniti. «Secondo noi, quello che è stato consumato è un vero e proprio attentato alla giustizia», dice Dorothy Ehlich, responsabile per la California dell'ACLU, l'associazione che vigila sul rispetto della Costtituzione e che fino all'ultimo ha cercato di ottenere la sospensione dell'esecuzione di Harris. Il suo commento è riferito soprattutto al fatto che si sia ignorato l'argomento che riguarda non tanto il concetto della pena di morte quanto il «modo» in cui essa viene somministrata: quella famigerata camera a gas che infligge ai condannati, prima che la vita li abbandoni, sofferenze spaventose. E infatti il dibattito che l'esecuzione di Robert Alton Harris è destinato a suscitare sembra destinato ad avere maggiore vita più su questo punto, il modo, che sul concetto generale. Del resto è noto che l'opinione pubblica americana è in gran parte favorevole alla pena di morte (a Mario Cuomo, il governatore di New York che da anni vede sempre più assottigliarsi il margine di voti grazie al quale riesce ancora a bloccare la sua adozione, è una delle cose che più vengono rimproverate), ed è quindi difficile trovare politici, intellettuali, gente in vista che abbia il coraggio di pronunciarsi. Bill Clinton, il probabile candidato democratico alla Casa Bianca, all'inizio della campagna elettorale nel New Hampshire volle appositamente tornare per un giorno in Arkansas, 10 Stato di cui è governatore, per firmare appunto una sentenza di morte. Ma se il punto pena di morte sì-pena di morte no ha ancora scarso futuro, non così potrebbe essere, secondo molti, per 11 punto camera a gas sì-camera a gas no. «Credo che la California, dopo questa esperienza, ripenserà al metodo attualmente in uso per mettere a morte la gente», dice John Puolos, professore della Facoltà di legge dell'Università di quello Stato. Istituita nel 1938 per sostituire la pratica dell'impicagione, la camera a gas di San Quintino ha visto morire, prima di Harris, 191 uomini e quattro donne. L'ultima esecuzione avvenne nel 1967. Il giustiziato si chiamava Aaron Mitchell, un «seriel killer». Le cronache di allora, in questi giorni riesumate dai giornali californiani, raccontarono del suo terrore, dei suoi tentativi disperati di rompere le corde che lo tenevano legato alla sedia e delle sue urla disumane «State uccidendo Gesù Cristo!», [f. p.] Robert Alton Harris nel braccio della morte [FOTOAP] II M Ss

Persone citate: Aaron Mitchell, Bill Clinton, Dorothy Ehlich, Douglas C. Magee, Gesù, John Puolos, Mario Cuomo, Robert Alton Harris