I mujaheddin a Kabul Capitolare entro 6 giorni di Foto Ap

I mujaheddin a Kabul Capitolare entro 6 giorni La fuga in India conclude l'avventura di Najibullah I mujaheddin a Kabul Capitolare entro 6 giorni ISLAMABAD. A Kabul assediata la situazione non si sblocca e le trattative per un passaggio morbido dei poteri si trascinano mentre nel resto del Paese le residue forze del regime marxista si arrendono in massa ai mujaheddin senza sparare un colpo. Fra le fazioni guerrigliere ex alleate, ora rivali, si è scatenata una vera corsa all'occupazione di nuove città per costituirsi una più ampia base di potere contro i gruppi concorrenti. Dopo Herat, anche Kandahar e Jalalabad sarebbero cadute in mano ai vari gruppi ribelli, assieme ai centri di Faizabad, Maidan Shahar e Aibak. La geografìa politica dell'Afghanistan è troppo frammentaria e le notizie tropo scarse e contraddittorie per farsi un'idea chiara su chi stia vincendo questa corsa all'accaparramento. Ma sembra di capire che un po' dovunque l'esercito regolare preferisce arrendersi ai moderati di Jamiat-i-islami, comandati da Massud, il «leone del Panshir», costituendo dove possibile mini-governi locali di transizione, e sbarrare invece la strada ai fondamentalisti di Hezbi-islami che chiedono la resa senza condizioni. Ieri il capo dei falchi islamici, Gulbuddin Hekmatyar, ha lanciato un ultimatum alla stessa Kabul: gli orfani di Najibullah si facciano da parte entro il 26 del mese, o scatterà l'assalto finale. Massud e Hekmatyar sono in rotta di collisione. Il leader dei moderati islamici ha ribadito ieri che le sue forze, che assediano la capitale da Nord, non entreranno in città finché non sarà raggiunto quell'accordo su una giunta di transizione al quale lavora anche la diplomazia internazionale - con l'Onu in prima fila. D'altra parte, quest'impegno vale solo se l'accordo viene sottoscritto da tutti. «Se avessi voluto avrei già potuto entrare a Kabul - ha detto -. Ma se le mie truppe passassero i cordoni di sicurezza altri gruppi di mujaheddin farebbero altrettanto. Ciò significherebbe il caos incontrollabile e lo scatenamento dei conflitti fra le fazioni. E' preferibile convincere tutti della necessità di una soluzione pacifica». Il leader dei moderati ha inoltre vietato ai suoi di compiere rappresaglie contro membri dell'ex governo di Kabul e contro i loro familiari quando finalmente la città sarà presa, e ha invitato gli altri capi mujaheddin a incontrarsi con lui «per dissipare i malintesi». La risposta di Hekmatyar è stata l'ultimatum. Se dopo il 26 gli uomini di Hezb entrassero a Kabul (da Sud, dove sono schierati) quelli di Jamiat potrebbero intervenire con le armi per impedire il trionfo solitario degli ex alleati. Le trattative tra le fazioni vengono condotte a Islamabad con la mediazione del premier pakistano Nawaz Sharif. Gli esponenti del vecchio regime sono pronti a cedere i potere a un «consiglio dei mujaheddin» di cui non faccia parte alcun loro rappresentante. Gli uomini di Massud pretendono la direzione del consiglio. Quelli di Hekmatyar e altri gruppi minori, fra cui la combattiva minoranza sciita, da quest'orecchio non ci sentono. La parola potrebbe passare alle armi. Per sbloccare i negoziati le diplomazie stanno lavorando intensamente. Lo stesso segretario generale dell'Orni, Boutros Boutros-Ghali, giungerà nei prossimi giorni a Islamabad per occuparsi personalmente della questione. Oggi arriva a Kabul un inviato della Federazione russa, Iona Andronov. L'agenzia Interfax scriveva ieri sera che a Eltsin preme una soluzione del problema dei prigionieri di guerra ex sovietici che ancora sono nelle mani di vari gruppi di mujaheddin. Una questione che si è invece risolta è il destino dell'ex presidente Najibullah. I suoi vice ora al potere, che lo hanno destituito la scorsa settimana, lo hanno autorizzato a lasciare il Paese dietro pressione dell'emissario dell'Orni Benon Sevan. Ieri sera Najibullah era atteso all'aeroporto di New Delhi. [lui. gral Hekmatyar il super falco vuol vincere senza Massud Questa colonna di autoblindo alla periferia di Kabul apparteneva all'esercito ma è passata ai mujaheddin: gettati i berretti, i soldati portano il turbante [foto ap]