Mosca stangata petrolifera

Mosca, stangata petrolifera Mosca, stangata petrolifera Benzina aumentata di 5 volte Sì del Congresso alla Comunità MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Con 548 voti a favore, 158 contrari e 136 astenuti il Congresso ha «ratificato» la decisione del Soviet Supremo che accettava lo scioglimento dell'Urss e la creazione della Comunità di Stati Indipendenti. Eltsin tira un sospiro di sollievo: un voto contrario sarebbe stato una catastrofe. Ma nessuno, nemmeno le frazioni pro-comuniste, slavofile e «neo-imperiali» del Congresso, ha avuto il coraggio di lanciare a fondo l'offensiva. Ha prevalso il senso di reponsabilità e la consapevolezza che, comunque, l'Urss non può essere ripristinata. Ma il documento conferma chiaramente che l'area degli scontenti e dei critici è assai vasta. «Il livello d'integrazione raggiunto [nella Csi] non corrisponde ai compiti della cooperazione politica, economica e militare», dice il testo votato, a riprova che i 548 voti favorevoli sono stati raccolti a patto che venga bloccata un'ulteriore di¬ sgregazione e che si faccia un «passo indietro» verso una forma federale o confederale che «assicuri l'ampliamento delle basi giuridiche della comunità» e, soprattutto, garantisca «i diritti e le libertà dei russi che vivono negli altri stati dell'ex Unione Sovietica». Ma per Eltsin sarà tutt'altro che facile muoversi su questa linea. L'incontro dei capi di governo della Csi è stato rinviato proprio ieri su richiesta della Moldova, lacerata dal conflitto tra russi della Repubblica dello Dnestr (che ieri ha decretato la creazione del proprio esercito) e autorità centrali romene. E nei rapporti tra Russia e Ucraina incombe l'ormai inevitabile referendum della Crimea che con ogni probabilità - si concluderà con l'uscita della penisola dalla giurisdizione di Kiev. Il che sta già arroventando ulteriormente "la situazione tra i due «grandi» del commonwealth. Ieri il presidente ucraino Kravchuk ha detto senza mezzi termini che il referendum «è contrario alla Costitu¬ zione ucraina, al trattato di Helsinki e alla carta di Parigi» e ha messo in guardia contro «una scissione che avrebbe conseguenze tragiche, la cui responsabilità cadrebbe sui deputati del Parlamento di Crimea». Secondo Kravchuk le relazioni con la Russia «devono essere basate sull'accordo firmato nel 1990 a Kiev» con Eltsin. Ma il punto - che molti deputati russi sollevano - è proprio questo: quell'intesa (che garantiva l'inviolabilità delle attuali frontiere ucraine) venne definita quando ancora esisteva l'Urss. E - ad esempio secondo il vicepresidente russo Rutskoi - essa può essere onorata solo a condizione che l'Ucraina non esca dalla Csi. Il che è invece quello che tutti considerano come molto probabile. Del resto gli attacchi contro Eltsin vengono anche da parti insospettabili e inattese. Il premier bielorusso, Kebich, ha rivelato clamorosi retroscena dell'incontro di Minsk che, nel dicembre scorso, liquidò l'Urss (e Gorbaciov). Secondo Kebich che parlava davanti a un'assemblea di militari - il protagonista della decisione non fu Kravchuk, ma lo stesso Eltsin. Oggi è atteso il discorso di Eltsin che, di fatto, chiuderà il Congresso. Il Presidente russo ha già fatto sapere che accetta l'intimazione dei deputati: entro tre mesi abbandonerà la guida del governo e nominerà un nuovo premier. Un altro gesto di compromesso che rinvia il confronto duro con il Congresso e il suo presidente Khasbulatov. Nel frattempo Egor Gaidar, primo vicepremier, ha messo in atto la prima tappa della liberalizzazione dei prezzi delle materie prime energetiche: la benzina balza a 6-7 rubli il litro, cioè cinque volte il prezzo precedente. Misure più radicali sono rinviate a fine anno. Ma i sondaggi d'opinione sono dalla parte di Eltsin e di Gaidar: la gente tira la cinghia e spera in loro. , b Giuliette Chiesa