Ruini all'attacco di tutti i «mali di Roma»

Ruini all'attacco di tutti i «mali di Roma » Convocato un Sinodo diocesano per rilanciare la presenza della Chiesa nelle strutture sociali Ruini all'attacco di tutti i «mali di Roma » // cardinale lancia un nuovo appello all'impegno dei cattolici ROMA. La Chiesa scende in campo, sfida il malessere della Capitale. L'occasione è il Sinodo della diocesi, che dalla prossima settimana vedrà una sorta di mobilitazione generale dei sacerdoti e dei laici impegnati nelle parrocchie per individuare le strade concrete di impegno nella realtà locale. I primi passi il Sinodo li ha mossi nel maggio 1986, sotto la gestione del cardinale Poletti, allora Vicario del Papa. Trascinatosi un po' stancamente negli anni, il Sinodo con Camillo Ruini ha trovato nuovo vigore. L'energico cardinale vuole rimettere la Chiesa al centro della vita sociale e politica della città, in sintonia con il pensiero di Giovanni Paolo II che in 14 anni di pontificato ha visitato 205 parrocchie e non ha mai perso l'occasione di ricordare ai pubblici amministratori il loro dovere di far progredire la città sul piano sociale e culturale. Lunedì 27 avrà inizio un ciclo di seminari: oratori di primo piano, tra cui il sociologo Giuseppe De Rita, lo storico Andrea Riccardi, il clinico Corrado Manni, la giornalista Angela Buttiglione, tratteranno temi quali: informare a Roma, il paradosso romano dell'Università, la tutela della salute, il lavoro tra garantismo e flessibilità, i giovani, la povertà a Roma. Unitario l'obiettivo: «Superare l'handicap - come spiega Angela Buttiglione - di essere una Chiesa viva ma di non essere evidente». Ci saranno anche Andreotti, il presidente del Senato Spadolini e il sindaco Carraro. Il 30 maggio un incontro con il Papa chiuderà questa fase per un primo bilancio dei temi trattati, in vista della conclusione del Sinodo prevista per l'anno prossimo. L'idea di fondo di questo lavoro gigantesco è che va rilanciato il rapporto tra istituzioni e cittadini, un rapporto deterioratosi nel corso degli anni. La Chiesa sa di essere in prima fila nella lotta per la qualità della vita nella Capitale. Parlando all'inizio dell'anno proprio al sindaco e alla giunta, Giovanni Paolo II ha ricordato chiaramente che «a Roma sono particolarmente difficili le condizioni per una vita serena e ordinata» e si è quindi riferito al «tempo limitato che tante persone possono dedicare alla famiglia perché costrette ad aggiungere alle ore di lavoro altre ore per gli spostamenti nel traffico urbano», criticando poi 10 «sradicamento» di chi è costretto a cambiare casa e non mancando di citare i problemi di adattamento delle giovani coppie che devono andare a vivere dove capita a causa della difficoltà di trovare alloggio. Nella «lettera aperta» con cui 11 1° febbraio il cardinale Rumi si è rivolto alla diocesi per rilanciare il Sinodo, si trova scritto che le parrocchie «sono anche luoghi di aggregazione sociale», un modo per rivendicare alla Chiesa un diritto di intervento nelle questioni della città ed anche un modo per incanalare in forme costruttive il senso di disagio che tanti parroci nelle aree periferiche esprimono di fronte al crescente degrado della vita sociale e politica. Non a caso infatti la «lettera aperta» di Ruini ruota intorno a due poli: da un lato il richiamo ad una tutela della vita famigliare da parte dello Stato e dall'altro ai cittadini il richiamo alla «responsabilità» ovvero «l'atteggiamento opposto all'indifferenza ma anche alla prepotenza». Due temi che hanno fatto da filo conduttore ai discussi interventi di Ruini in qualità di presidente della Conferenza episcopale nelle settimane immediatamente precedenti le elezioni politiche. Sandro Berrettoni

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