FOTOGRAFIA CON DROGA

FOTOGRAFIA CON DROGA FOTOGRAFIA CON DROGA Una vita smarrita della Cerati £*>A OME movente profonJg ■ do de La perdita di DieM; 1 go di Carla Cerati c'è H | I una delle domande fondamentali alla base di ogni esperienza dello I scrivere: il senso delle S I vicende dell'esistenza « J che sembra sfuggire non appena il tempo le abbia fatte impallidire nel giudizio prima che nella memoria, e soprattutto le ragioni della voca. zione all'autodistruzione e alla morte che sembra inesorabilmente prendere persone che parrebbero dotate di ragioni per affrontare la realtà e lottarvi. Diego è il giovanissimo assistente della protagonista (una fotografa), conosciuto nel corso di una manifestazione studentesca dei primi Anni Settanta, quando entrambi trascorsero qualche giorno in carcere, e, dopo la scarcerazione, accolto come collaboratore e ospitato nella casa del figlio, ma soprattutto oggetto di cure sempre più preoccupate quando viene in chiaro che il ragazzo si droga. Al ritorno da un servizio, la protagonista viene a sapere brutalmente dal custode che Diego è stato trovato impiccato in casa sua. Scatta di qui l'indagine che è, insieme, ricerca nella memoria di tutti gli eventi accaduti durante gli anni in cui Diego ha fatto l'assistente fotografo, ma con intervalli di assenza, con crisi per la droga, fino al quasi completo abbandono per un viaggio in India e per l'acuirsi del problema di rifornirsi presso abietti spacciatori e di cercare, alternamente, impossibili disintossicazioni. Contemporaneamente alla ricerca della vita di Diego e delle ragioni precise del suicidio, in quel momento, proprio nella casa della protagonista, si svolge la ricostruzione nella memoria degli anni della contestazione giovanile e del terrorismo, che hanno coinciso con il rapporto fra la donna e il ragazzo, anch'esso da chiarire. La protagonista ha (o crede di avere) uno strumento quanto mai opportuno per ripresentarsi il passato e ricostruire l'esistenza di Diego: le fotografie di cortei, manifestazioni, incidenti, scontri con la polizia, e anche quelle in cui compare Diego, magari soltanto per una prova di inquadratura nello studio. E' l'aspetto più profondo e disperato del romanzo. In realtà, non viene fuori assolutamente nessuga verità. Nella protagonista il distacco è impossibile, pur davantyalla pu- ra immagine delle fotografie ormai vecchie, che non dicono nulla se non a lei, incapace di prendere le distanze da ciò che è accaduto. Il senso della vita e del suicidio di Diego verrà dalle parole, cioè dalle rivelazioni, fortemente intrise di soggettività, di passioni, dei parenti di Diego. La protagonista cerca sempre più accanitamente di sapere, non soltanto per capire chi sia stato veramente Diego, ma, a un certo punto, per comprendere anche il senso della propria amicizia per il ragazzo. Dai discorsi dei parenti viene fuori la famiglia di Diego, intimamente malata: il padre Benedetto vittima della madre possessiva, poi della passione per le automobili e i cavalli, infine scivolato nella pazzia; la madre con manie religiose; tutta una parentela corrosa da angosce, disperazioni, inesorabili corse verso la morte; il fratello Tommaso a poco a poco irretito nello stesso destino di Diego e morto, qualche anno dopo, in seguito alla droga. Ma tutto questo quadro tragico spiega troppo e troppo poco. La protagonista scopre il tragico della vita, e lo esprime con mirabile misura e angoscia (come nell'episodio bellissimo della visita alla sorella di Diego, Teresa, in Toscana): ma le ragioni di Die¬ go restano in ombra, indefinibili ancora. Dall'inchiesta vengono fuori drammi, suicidi, disperazioni: l'altra faccia segreta della realtà che si può oggettivare e fissare nella fotografia. La rivelazione del significato del suicidio di Diego verrà alla luce non dalla ragione, ma dal sogno: l'apparizione del ragazzo, sereno, che suggerisce la motivazione del proprio suicidio. Non è stata la fuga, ma la decisione di risparmiare a tutti l'inevitabile dissoluzione e degradazione di sé che avrebbe contrassegnato gli ultimi anni di drogato. Al tempo stesso, la protagonista comprende le ragioni della propria sollecitudine per Diego: l'aver identificato nel ragazzo il proprio figlio d'elezione, dopo i due avuti, quello più difficile, da curare con dedizione e protezione perché tanto più fragile. La morte di Diego è anche la conclusione della propria vita; e tutta l'inchiesta, allora, è stata dettata dal desiderio impossibile che non tutto fosse proprio finito, per sempre. Giorgio Bàrberi Squarotti Carla Cerati La perdita di Diego Frassinelli pp, 131, L. 22.000 Carla Cerati pubblica da Frassinelli il romanzo «ìja perdila dì Diego»

Persone citate: Carla Cerati, Diego Frassinelli, Frassinelli, Giorgio Bàrberi Squarotti

Luoghi citati: India, Ome, Toscana