Panetta vuole scoprire se è un vero maratoneta di Giorgio Barberis

Panetta vuole scoprire se è un vero maratoneta Domani a Torino si corre per un posto all'Olimpiade Panetta vuole scoprire se è un vero maratoneta TORINO. Tutti contro uno, uno contro tutti, anche se stesso. Ovvero Francesco Panetta. Potrebbe essere lo slogan della 2a maratona di Torino, alla cui realizzazione gli Enti pubblici (Regione, Provincia, Comune) hanno dato sostanziale apporto, confortando gli sforzi di Luigi Chiabrera che ne è l'inventore-organizzatore. Si gareggia domani e i responsabili azzurri attendono indicazioni per decidere chi affiancherà Bordin e Bettiol sui 42,195 km dei Giochi olimpici. Panetta, ventinovenne calabrese di Siderno Marina, carico di ori pesanti in pista, ha deciso di tentare la nuova avventura. E il fallimento al primo tentativo un anno fa a Rotterdam anziché scoraggiarlo gli ha dato ulteriori motivazioni, a conferma della tempra del corridore di razza. Nei pronostici della vigilia, Panetta è l'uomo da battere. E per questo si sono dati appuntamento sul percorso che da Avigliana porterà nella centralissima piazza Castello di Torino tutti i migliori specialisti, ben sapendo che occorre precederlo per conquistare il viaggio a Barcellona. Ma Francesco, prima ancora che agli avversari, pensa a se stesso. «I 35 km percorsi prima di ritirarmi lo scorso anno a Rotterdam - dice il calabrese - mi hanno insegnato molto ma altro ancora so di doverlo imparare. Se sono prudenti i miei avversari, che di maratone nelle gambe ne hanno già più di una, figuriamoci come devo esserlo io che non ho la loro esperienza. Mi sono preparato bene, questo sì, tra Monza e Tirrenia. Sono pronto, ma resta l'incognita della distanza, del fatto che in due ore ci si gioca mesi e mesi di sacrifici. Una maratona, se la sbagli o se il giorno che la disputi non stai bene, non puoi ricorrerla dopo poche settimana. Occorre aspettatare mesi per recuperare». Nel parlare deciso, corragando leggermente la fronte, si legge la determinazione di Panetta, che aggiunge: «So di essere il riferimento iniziale della corsa, ma questo non mi preoccupa. Il mio primo desiderio è di capire se ho un futuro da maratoneta o no. L'Olimpiade mi interessa, ma per accettare il posto devo essere prima di tutto io convinto di poter fare una buona figura». E il et azzurro Locatelli, d'altronde, pur riconoscendo alla maratona torinese il ruolo di selezione olimpica, ricorda come Miccoli due settimane fa, in Olanda, abbia corso in 2 ore 12'. «E' un primo riferimento riguardo a quello che mi aspetto ottengano gli atleti domani. Panetta deve dimostrare di essere un maratoneta e se ci riesce il posto è suo: per toglierglielo non basterà batterlo in volata. Ma c'è anche da decidere chi sarà la riserva dei tre prescelti per l'Olimpiade. Il discorso è aperto, mi aspetto una gara combattuta». Gli aspiranti a far meglio del calabrese (il via alle 9,30) sono almeno un poker: da Walter Durbano, vincitore un anno fa, che non nasconde di essersi preparato con ogni cura per quella che «può essere l'occasione della mia vita», a Severino Bernardini, Raffaello Alliegro e Alessio Faustini. E ancora Salvatore Nicosia, l'emergente Luca Barzaghi e Marco Gozzano. Un centinaio, nel complesso, gli agonisti (con buona presenza femminile visto che ci saranno Villani e Cucchietti) ai quali si aggiungeranno oltre mille amatori. Dodici le nazioni rappresentate. Il tutto su un percorso per lo più rettilineo, con lieve dislivello e strappi insignificanti. «L'ideale per una maratona veloce» dice Luciano Gigliotti, titolatissimo tecnico. E la misurazione del tracciato, che lo scorso anno fece parecchio discutere (e alla fine fu appurato che mancavano circa 400 metri) questa volta è stata fatta con cura meticolosa, tanto che alla verifica sono arrivati anche i complimenti del delegato tedesco dell'Aims, l'organismo che controlla la regolarità delle maratone più importanti. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Avigliana, Barcellona, Monza, Olanda, Rotterdam, Tirrenia, Torino