Dagli interisti tanti fischi a Cesari
Dagli interisti tanti fischi a Cesari Dagli interisti tanti fischi a Cesari Ma Antonioli lo difende: non ho toccato Desideri MILANO. Diamo dunque a Cesari quel che è di Cesari. Anche se il bilancio dell'arbitro di Genova non sembra molto confortante. Già a vederlo in campo a qualcuno è venuto un brivido per via di quelle maniche corte da divisa estiva, come se San Siro fosse il lido di Genova. Però era l'abbigliamento giusto per mettere in evidenza la sua abbronzatura da autentico lupo di mare. Ottimi punteggi nei suoi precedenti, passo da levriero al punto da essere considerato uno dei più veloci fischietti fra gli emergenti, Cesari stavolta non raccoglie molti consensi. Una sua decisione ha fatto e farà discutere a lungo. Forse è stata determinante sull'esito della partita perché ammonendo Desideri, dopo le proteste del romano per il mancato rigore (entrata di Antonioli), ha dato una svolta al derby: innanzitutto penalizzando l'Inter e poi togliendole un centrocampista di peso. Sul piatto della bilancia, ci sono però altri fatterelli. L'atterramento di Rijkaard da parte di Baggio ad un passo dal palo, ad esempio (24'), la mancata seconda ammonizione a Berti (31': atterramento di Van Basten), il discutibile cartellino giallo mostrato a Baggio (41': fallo su Albertini), per non dire del perdono concesso a Maldini (48') allorquando ha steso Berti. Pronto ad ammonire chiunque protestasse, stranamente Cesari ignora Costacurta quando (49') questi gli mostra platealmente il pallone lasciando intendere di avere colpito l'oggetto in questione e non la solita vittima, Berti. Al contrario di Desideri, Costacurta deve essere molto simpatico all'arbitro tanto che a 7' dalla conclusione il difensore rossonero può concedersi il lusso di atterrare Baggio lanciato a rete senza beccarsi il cartellino giallo. Al macellaio di San Fruttuoso, questo è teoricamente il suo lavoro in un gran bel negozio gestito dai genitori per la Genova-bene, devono fischiare ancora le orecchie anche se Antonioli, parte in causa, ha cercato di assolverlo. «Io mi sono lanciato sul pallone - ha spiegato il portiere ma Desideri mi ha anticipato. Quando c'è stato il contrasto lui è riuscito a toccare il pallone di punta mettendolo fuori. Il mio intervento è stato regolare, se non posso "giocare" il pallone, allora è inutile che stia fra i pali». Ben diversa la versione nerazzurra a cominciare da quella di Suarez pronto a riferire quello che ha sentito nello spogliatoio: «La decisione dell'arbitro ci ha provocato un dop- pio danno: il mancato rigore e successivamente l'espulsione di Desideri. Era il 39' e da quel momento siamo stati costretti a giocare in dieci. Il fatto di avere tenuto testa al Milan in queste condizioni rende ancora più dignitosa la nostra prestazione». Sentiamo la voce del presunto colpevole che poi sarebbe il presunto innocente: «Era rigore netto - sbotta Desideri -. Ho protestato con l'arbitro perché c'era un fallo grosso come una casa. Oltretutto Cesari era a cinque metri, non poteva non vedere. Successivamente mi ha ammonito per il primo fallo che ho compiuto a centrocampo. Fate voi. Confesso di avere pianto di rabbia mentre uscivo sotto le raffiche di fischi. Il rammarico è ancora maggiore se consideriamo che il punto perso potrebbe risultare alla fine determinante per la nostra esclusione dalla Coppa Uefa. Speriamo che l'Inter si rifaccia con la Juventus». Ma lui non ci sarà, perché sarà sospeso dal giudice sportivo. Giorgio Gandolf i Desideri esce dal campo in lacrime dopo l'espulsione. L'interista si rammarica: «Questa sconfitta potrà essere determinante per la nostra esclusione dalla zona Uefa». Lui, invece, sarà escluso dalla partita di domenica contro la Juventus
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