FARMACI
Parte la nuova legge Veterinari come 007 r FARMACI "1 Parte la nuova legge Veterinari come 007 ALLEVATORIpreoccupati, veterinari e farmacisti incerti e sconcertati: la nuova normativa sul farmaco veterinario sta suscitando discussioni e proteste. Atteso e temuto, ma anche ritenuto necessario per mettere finalmente ordine in un settore dove, tra commercio clandestino ed irrazionalità di impiego, la confusione era tanta, il neonato provvedimento non pare aver tratto grandi benefici da una gestazione che si è trascinata per anni. Prescindendo dalle regole generali di fabbricazione, che interessano un settore dell'industria farmaceutica con un fatturato globale attorno ai 400 miliardi annui, i problemi principali sorgono nelle fasi di distribuzione ed impiego. Il primo appunto che viene mosso al ministero della Sanità riguarda le disposizioni applicative: i decreti sono in vigore dai primi di marzo senza che siano state fornite sufficienti indicazioni ai destinatari. La seconda osservazione si riferisce all'eccessiva burocratizzazione. Sono infatti numerosi (troppi, dicono i diretti interessati) i registri che chi vende, distribuisce ed utilizza il farmaco deve tener costantemente aggiornati. Vediamo in dettaglio alcuni obblighi cui devono sottostare le categorie interessate. Innanzitutto per ogni acquisto di farmaco occorre la ricetta veterinaria in triplice copia, non ripetibile. Il farmacista, oltre ad annotare regolarmente ogni movimento dei prodotti, elencando fornitore e destinatario, deve conservare le ricette per almeno tre anni. Anche l'allevatore che acquista i farmaci deve conservare copia della prescrizione medica, allegandola al registro di carico-scarico, sul quale deve altresì segnare l'avvenuto impiego e gli animali trattati. Se poi usa, per la cura della sterilità o per la sincronizzazione degli estri, sostanze ormonali, deve tenere un secondo registro speciale. Da questi registri, timbrati e numerati, chi alleva animali da reddito deve poi trarre i dati per compilare la certificazione obbligatoria che accompagna gli animali al macello. E' una vera assunzione di responsabilità sull'uso del farmaco: chi vende un animale da macello senza questa certificazione pagherà quattro milioni di multa. Per chi, in seguito ad accertamenti di laboratorio, risulterà aver certificato il falso, scatterà anche la denuncia. Allo stato attuale, tuttavia, il ministero della Sanità non ha ancora fornito un modello tipo di questo documento per cui, nei macelli italiani, sta circolando la modulistica più strana. All'obbligo della registrazione non sfuggono nemmeno i veterinari, anch'essi in attesa che il ministero fornisca disposizioni su come dovranno essere i nuovi ricettari. Oltre al registro per l'uso dei farmaci in ambulatorio, il veterinario deve compilarne un altro per i prodotti che tiene in auto ed usa nel corso delle visite domiciliari. Se viene sorpreso con scorte eccedenti (termine sul cui significato preciso c'è già polemica) pagherà sei milioni per l'infrazione. Inoltre, il professionista è responsabile della corretta detenzione dei prodotti che l'allevatore, previa autorizzazione e ricetta, acquista direttamente in farmacia o dai grossisti. Queste medicine devono essere tenute in locali chiusi ed usate solo sotto controllo del veterinario aziendale. Al servizio veterinario e farmaceutico delle Usi toccherà il non facile compito di vigilare affinché questo complesso intreccio di norme sia correttamente applicato. Mario Valpreda ida |
Persone citate: Mario Valpreda
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