Uccisi 3 fedelissimi del capoclan evaso

Uccisi 3 fedelissimi del capoclan evaso Siracusa, i nuovi boss contro Di Salvo Uccisi 3 fedelissimi del capoclan evaso Un messaggio perché si costituisca Tra le vittime un nipote del latitante SIRACUSA NOSTRO SERVIZIO E' l'ennesimo «messaggio» al boss di Scordia Giuseppe Di Salvo, evaso da un cellulare dei carabinieri il 14 marzo. La mafia sembra avere deciso di fargli terra bruciata intorno. Ieri poco dopo mezzogiorno quattro killer delle cosche avversarie hanno ucciso tre uomini vicini alla sua organizzazione. Le vittime sono Salvatore Campailla, 25 anni, nipote di Di Salvo; Salvatore Carbonaro, 24 anni, e Salvatore Barresi, 32 anni, anch'egli imparentato con il boss di Scordia. I tre sono stati massacrati a colpi di pistola e fucile caricato a pallettoni. Gli assassini, ben vestiti, li hanno sorpresi dentro l'«Oasi Bar», un piccolo locale che si affaccia sulla via Nazionale, a Cassibile, una frazione di Siracusa. Campailla e i suoi due amici avevano appena finito di sorseggiare un caffè quando i killer di Cosa Nostra gli hanno scaricato contro una pioggia di fuoco. Il barista ha assistito terrorizzato alle fasi dell'omicidio. Le sue indicazioni fornite agli inquirenti non si sono però rivelate utili. Al triplice delitto non avrebbero assistito altri testimoni. Pochi minuti dopo l'agguato, a Pedagaggi, una zona di campagna tra Lentini e Carlentini, i carabinieri hanno trovato l'auto e le armi usate dai killer: una Lancia nera targata Milano completamente bruciata, un fucile a canne mozze e due pistole calibro 38. Campailla, originario di Scordia, da alcuni anni viveva a Cassiti le dopo avere sposato una ragazza del posto. Il suo nome non era nuovo agli mquirenti. Nel gennaio dello scorso anno a Cassibile la polizia interruppe un summit mafioso al quale partecipavano i fratelli di Di Salvo e lo stesso Campailla. Nella sua abitazione fu anche sequestrato un attrezzato arsenale della mafia. Per gli inquirenti, Campailla oltre a essere un parente del boss catanese, aveva un ruolo ben preciso nell'organizzazione. La «strage del sabato santo», come l'hanno già definita gli inquirenti, è senz'altro un preciso avvertimento al capomafia di Scordia Giuseppe Di Salvo, condannato a 30 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e fuggito dal cellulare dei carabinieri durante un trasferimento. L'evasione di Di Salvo ha fatto scattare controlli a tappeto in tutta la provincia. Una ((pressione» certamente non gradita dalle cosche avversarie. Ma c'è di più: Di Salvo sarebbe tornato ai suoi vecchi «affari» rimettendo in discussione i nuovi assetti della mafia locale. Troppo. Così il 7 aprile è scattato U primo avvertimento: l'uccisione di un altro nipote del boss. Ieri, il secondo. Nicola Savoca

Luoghi citati: Carlentini, Lentini, Milano, Scordia, Siracusa