Ha il cuore malato fuga da Roma

Ha il cuore malato, fuga da Roma Neonato trasferito a Genova, nessun ospedale della capitale può salvarlo Ha il cuore malato, fuga da Roma «Bambin Gesù» in grado d'intervenire ma i posti letto erano tutti occupati ROMA. I primi cinque giorni di vita di Francesco sono stati un'odissea. Nato con una grave malformazione al cuore, ha dovuto affrontare un viaggio fino a Genova su un aereo militare, perché a Roma non c'era un ospedale attrezzato per ospitarlo. E altre quattro città ne avevano rifiutato il ricovero. Ora, da tre giorni, è in una stanza del reparto di terapia intensiva del «Gaslini»: le sue condizioni sono disperate. E' l'ennesima storia di sanità tradita. Si ripete il racconto delle telefonate fatte di ospedale in ospedale, alla ricerca di un'assistenza introvabile. Un copione già visto, che è costato tante vite. Non sembra esserci differenza tra metropoli e provincia: le inefficienze colpiscono ovunque. Francesco Benedetti nasce il 13 aprile scorso nel reparto di ostetricia dell'ospedale San Filippo Neri di Roma. Racconta il primario della divisione di neonatologia, Gabriella Reynaud: ((All'inizio, Francesco sembrava un bambino normale e bellissimo. Il suo palpito era regolare, il pianto del tutto rassicurante. Poi, dopo qualche ora, sono arrivate le complicazioni e il piccolo ha cominciato a stare molto male». La diagnosi è spietata: malformazione cardiaca plurima. Francesco va operato d'urgenza. Ma il San Filippo Neri non dispone della cardiochirurgia neonatale, quindi l'intervento è im- possibile. Comincia la ricerca disperata di un posto negli ospedali in grado di assistere il bimbo. Nella Capitale ci sono il Bambin Gesù, il San Camillo e l'Umberto I. Tutto inutile: «Non abbiamo letti liberi», rispondono dai tre istituti. I medici del San Filippo Neri si mettono allora in contatto con i loro colleghi di Firenze, Pavia, Bergamo e Padova, ma nessuno è nelle condizioni di accogliere Francesco. Alla fine, quando ormai è il pomeriggio inoltrato del 14, la risposta positiva arriva dal Gaslini di Geno- va. Un aereo militare decolla pochi minuti dopo e nel giro di tre ore porta Francesco Benedetti nella città ligure. Il neonato viene sottoposto a cateterisma cardiaco, «un intervento terapeutico e non un'operazione chirurgica», precisa il carcliochirurgo Pierfrancesco Gorrieri. Le sue condizioni erano ieri sera «critiche stabili», la prognosi riservata. I medici genovesi non si sbilanciano sulla possibilità o meno di operare Francesco: per ora bisogna pensare a tenerlo in vita. La dottoressa Reynaud dipinge un quadro della sanità romana che a molti apparirà sconcertante e inatteso. «Nessun ospedale pubblico della Capitale è attrezzato per interventi come questo - dice -. Eppure sono sempre più frequenti, perché il progredire della scienza ci permette di scoprire prestissimo le malformazioni e spesso gli interventi precoci possono salvare i bambini». L'unico centro attrezzato è il Bambin Gesù, ospedale pediatrico del Vaticano conven- zionato con la regione Lazio. Ma in questa struttura giungono neonati da tutto il Sud della Penisola, isole comprese: i posti disponibili sono sempre occupati. Moltissimi ricoveri vengono rifiutati e i bambini indirizzati verso gli ospedali di Bergamo, Padova, Ancona, Lucca. «La mancanza di risposte alle richieste di ricovero dei neonati è gravissima», conferma Salvatore Rubino, direttore sanitario del Bambin Gesù. Nei due policlinici universitari di Roma, l'Umberto I e il Gemelli, ci sono reparti di neonatologia con posti per la terapia intensiva ma non esistono reparti di cardiochirurgia. Stessa musica al San Camillo. Il disastro, in realtà, parte dalle Facoltà di Medicina. «La cattedra alla "Sapienza" è una sola, non esistono specializzazioni per bambini e tantomeno per neonati», spiega il direttore sanitario dell'Umberto I, Carlo Mastantuono. Luca Francesco Lavi ola Disperato volo in Liguria Ora Francesco è in fin di vita Sopra il ministro della sanità Francesco De Lorenzo. Il caso del bimbo romano solleva nuove polemiche sui mali della sanità