La resa della Raf spacca il governo
La resa della Raf spacca il governo GERMANIA Accuse al ministro che vuole la distensione La resa della Raf spacca il governo BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo l'«offerta di pace» della Raf, che lunedì scorso si è dichiarata disposta a interrompere gli attentati «contro personalità economiche e governative», in Germania dovrebbe ridursi l'apparato di sicurezza, dovrebbero cambiare le leggi antiterrorismo, e le forze di polizia finora impiegate per la protezione delle «persone a rischio» essere utilizzate «in modo più efficace nella lotta alla criminalità comune». E «contro la mafia della droga». La proposta è del ministro della Giustizia Klaus Kinkel, che l'ha avanzata in due interviste allo «Spiegel» e alla «Welt Am Sonntag»: e ha subito sollevato polemiche aspre, mentre il dibattito sul ((perdono ai terroristi» continua a dividere il Paese e il governo federale. A differenza di numerosi suoi colleghi e dell'opposizione socialdemocratica, Kinkel si era già dichiarato «disponibile a una riconciliazione». La lettera della Raf, secondo il ministro, «potrebbe fornire la possibilità di uscire dal circolo vizioso della violenza»: «La riconciliazione è un obbligo morale e un principio del pensiero cristiano». Anche secondo il cancelliere Kohl il messaggio del gruppo terrorista, fortemente autocritico, potrebbe essere una chance storica per il Paese: la lettera recapitata a un'agenzia di stampa, dice una dichiarazione del Cancelliere, potrebbe portare a «nuove disposizioni nei confronti dei terroristi», e dopo Pasqua un gruppo di esperti affronterà il problema per il governo. «Studieremo tutto quel che è possibile nel quadro legislativo», promette Kinkel. Ma l'ostilità al dialogo è radicata. Il ministro degli Interni Rudolf Seiters ha respinto «categoricamente» la richiesta della «Rote Armee Fraktion», che in cambio della «pace» vuole la liberazione immediata dei compagni che si trovano in precarie condizioni di salute o che «da più tempo sono in carcere», compresi quelli riconosciuti colpevoli di omicidio e condannati a pene fra i 12 anni e l'ergastolo. Gli altri, chiede ancora la Raf, devono essere «raggruppati» in un solo carcere, per loro deve finire l'isolamento: «Se non permetterete di vivere a noi che combattiamo per una società umana, anche le vostre élite non potranno vivere», dice il comunicato. Replica Seiters: «La rinuncia alla violenza da parte della Raf non cambia il suo carattere pericoloso». Le polemiche all'interno del governo si sono approfondite dopo l'intervento del ministro delle Finanze Theo Waigel, leader della esu, la branca bavarese della edu, partito del Cancelliere: «Chi come Kinkel lascia intendere che 10 Stato può negoziare con i terroristi della Raf, ferisce il senso di giustizia dei cittadini. Le conseguenze di un atteggiamento del genere sarebbero catastrofiche sugli altri criminali». La replica alle proposte del ministro Kinkel è stata aspra. Il progetto di ridurre gli apparati di protezione è «pericoloso» per il Paese, sostiene 11 segretario della esu, Huber: una lettera «che contiene ovvietà, non è un motivo sufficiente per rendere più sottile la rete della sicurezza in Germania». Anche il sindacato della polizia ha definito «avventurosa» la proposta. Ma le dichiarazioni di Kinkel hanno aperto una nuova fase nel dibattito sugli anni di piombo e sulla possibilità di colmare un'eredità difficile, fra le più tragiche degli ultimi vent'anni.
Luoghi citati: Germania
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