Come l'ombrello bulgaro

Come l'ombrello bulgaro Come l'ombrello bulgaro MOSCA. Il servizio segreto sovietico tentò di eliminare fisicamente lo scrittore Alexander Solzenicyn. L'attentato, ricostruito minuziosamente da Dmitrij Likhanov nell'articolo che pubblichiamo, venne portato a termine 21 anni fa. Solzenicyn sopravvisse per caso al veleno, alla misteriosa malattia di cui non aveva mai prima capito l'origine. Un caso che gli permetterà ora, dopo ben 18 anni di esilio, di fare ritorno in patria. Per maggio, infatti, a Mosca è attesa la moglie dello scrittore, che dovrà organizzare il rientro in Russia del suo «profeta disarmato». Forse il veleno che doveva ucciderlo non era ancora stato perfezionato. Sette anni più tardi, nel 1978, lo scrittore dissidente bulgaro Georgij Markov fu meno fortunato: un killer armato dal Cremlino gli iniettò una pallina dello stesso veleno con la punta di un ombrello, uccidendolo. Tre anni dopo l'attentato, nel 1974, l'autore di «Una giornata di Ivan Denisovich» fu espulso dall'Unione Sovietica. Fabio Squillante

Persone citate: Alexander Solzenicyn, Dmitrij Likhanov, Fabio Squillante, Ivan Denisovich, Markov, Solzenicyn

Luoghi citati: Mosca, Russia, Unione Sovietica