Le strutture luminose e le emozioni di Paulucci con Vellan e Diulgheroff di Angelo Dragone

Le strutture luminose e le emozioni di Paulucci con Vellan e Diulgheroff Rassegna sul '900piemontese Le strutture luminose e le emozioni di Paulucci con Vellan e Diulgheroff A far largamente la parte del leone, nell'annuale rassegna dedicata dai Fogliato (via Mazzini 9, fino al 29 aprile) al «'900 Piemontese» è Enrico Paulucci, con ventidue dipinti, in gran parte liguri-piemontesi. Del maestro, nato a Genova oltre 91 anni fa, ma torinese d'adozione, si ha quasi la diretta proiezione d'un impegno che tuttora felicemente dura. La mostra si concede qualche accento retrospettivo: con «Albero», esposto alla Biennale veneziana del '66, o «Sul Bracco» (1978), d'una inquieta modernità. Tele, in ogni caso, dove ora con un gruppo di vele bianche sull'azzurro sfondo del mare ora in certe fiammeggianti scansioni figurali, tra la variopinta «Festa sul porto» o il piglio di «Mare e bandiere», sorprende la vivacità emotiva d'un pittore che sa sempre tradurre in soda struttura luminosa le componenti di composizioni che, ancor di recente, gli abbiamo visto affrontare in studio (su piazza Vittorio Veneto, con vista sul Po e la collina), passando da una colorita «Natura morta» di mele a un «Paesaggio» dal fresco fraseggio atmosferico. La mostra, in realtà, s'articola, al solito, tra Ottocento e Novecento, col naturalismo poetico di Cino Bozzetti (1876-1949), a suo modo un moderno, il gusto d'un Maggi, che in maniera diversa, nel tempo, ha continuato a misurarsi con la mon- tagna, sino alle «novità» che, ancor tra le due guerre, hanno potuto segnare un Menzio o il neo-futurista Diulgheroff. In particolare v'è da sottolineare la ricomparsa di alcuni dipinti di Riccardo Chicco (1910-1973) e la presenza di alcuni tra i più bei dipinti di Depetris (18901940), un ricordo di Franco Assetto, in veste surreale, oltre alla bella paretina di Mario Lisa che la morte ha mutato nella prima, toccante sua «postuma». Giova la distanza di tempo ad una rilettura del meglio di Vellan e Valinotti (negli Anni 20), come di Risso e padre Pistarino, Carlo Levi e Mino Rosso pittore. Ma di Politi sarebbe appena giusto ripercorrere la vicenda in un'antologica. Angelo Dragone iEnrico Paulucci: Interno (particolare)

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