DIECI ANNI DOPO

DIECI ANNI DOPO DIECI ANNI DOPO UUNA sentenza contro le trame finanziarie e politiche della P2, principali responsabili della bancarotta del Banco Ambrosiano: Lido Gelli e Umberto Ortolani col contorno della loro corte equivoca, da dieci anni colpita, più che dalle condanne della magistratura, dal discredito e dalla riprovazione collettiva. Questa volta però la pena per il Venerabile è stata esemplare, 18 anni: per avere ammazzato entrambi i genitori, Pietro Maso ne dovrà scontare trenta. Ma è anche una sentenza contro uno dei pochi imprenditori italiani internazionalmente noti e apprezzati, uno dei «condottieri» di cui da anni tutto il mondo parla. Ed è per questo che la sorpresa, la curiosità, lo scalpore si concentrano sulla condanna che ha colpito Carlo De Benedetti. De Benedetti non ha mai nascosto l'ambizione di voler realizzare in una sola generazione ciò che ne richiede almeno due o tre. Con un suo progetto di etica imprenditoriale, imperniato sul valore del capitalismo come motore della storia. Ma si sa, negli affari l'etica è un concetto sfuggente e l'eticità di ogni singola azione ha una soglia discutibile. L'Ingegnere l'ha comunque varcata nella vicenda del Banco Ambrosiano che ieri, dopo quasi dieci anni di processi, gli ha procurato una grave condanna? L'etica e i codici sono due cose diverse, ma è certo che nei vent'anni della sua scalata, tra De Benedetti e i codici c'è stato un «match» tra i più vivaci. Pochi più di lui hanno dato lavoro ad avvocati, giuristi, tribunali civili e giuri d'ogni tipo. Capita a chi va in fretta, forse troppo. La condanna penale per ban- Alberto Staterà CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, Lido Gelli, Pietro Maso, Umberto Ortolani