Crack Ambrosiano, tutti condannati di S. MarzollaA. Zeni
Crack Ambrosiano, tutti condannati Clamorosa sentenza per la bancarotta dell'istituto che fu guidato da Roberto Calvi Crack Ambrosiano, tutti condannati Getti 18 anni, Ortolani 19, De Benedetti 6, Ciarrapico 5 MILANO. Trentatre imputati, trentatre condanne: la terza sezione penale del tribunale di Milano ha pronunciato ieri mattina una raffica di dure sentenze di condanna per il fallimento del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. A Licio Gelli e Umberto Ortolani, i due «burattinai» della Loggia P2, le pene più pesanti: 18 anni e 6 mesi al primo, 19 al secondo. A Carlo De Benedetti 6 anni e 4 mesi, a Giuseppe Ciarrapico 5 anni e 6 mesi. Tutti colpevoli, secondo la corte, di «concorso in bancarotta fraudolenta». Tutti gli imputati faranno ricorso in appello: il «giallo» continua. Sono passati dieci anni dal crack della banca di Calvi e dalla morte, pochi mesi dopo, del banchiere, che venne trovato impiccato a Londra. Il suo istituto aveva un «buco» di mille miliardi, in gran parte finiti a foraggiare gli affari della P2. Una sentenza dalla gravità senza precedenti, nella storia della finanza italiana. Accanto agli intrighi della P2, alle forze scatenanti del crack, il «giallo nel giallo» del ruolo di Carlo De Benedetti, un principe dell'imprenditoria italiana, oggi a capo di un gruppo da 90 mila dipendenti, presente in tutto il mondo. La sua condanna nasce dall'accusa di aver intascato più denaro di quanto gli spettasse per uscire dall'azionariato del Banco, pur conoscendo le condizioni pre-fallimentari in cui versava l'istituto che lo aveva avuto, per poche settimane, come consigliere d'amministrazione e vicepresidente. Con De Benedetti, e per ragioni assai simili, sono stati condannati altri nomi rilevanti dell'imprenditoria italiana: da Orazio Bagnasco, il finanziere genovese che successe nella vicepresidenza all'Ingegnere, a Giuseppe Ciarrapico, oggi re delle acque minerali, ad Anna Bonomi Bolchini, all'epoca titolare di un impero immobiliare. Indignate, durissime, le reazioni dei legali di tutti i condannati. Il pubblico ministero Dell'Osso, protagonista dell'accusa, è soddisfatto. Nell'aula bunker della sentenza, è l'unico che sorride. U. Bertone, M. Grantelllni, S. Marzolla, F. Potetti e A. Zeni ALLE PAGINE 2,3 E 4
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