Muore nell'attentato

Muore nell'attentato Il giovane tentava di dar fuoco al garage di un ambulante Muore nell'attentato Lo scoppio nella notte a Mirafioti Tanica di benzina vicino alla vittima Mancavano dieci minuti alle 2. Il silenzio della notte è stato rotto da un boato. Le 18 famiglie di via Casana 19, a Mirafiori, sono balzate dal letto. Dal balcone hanno visto le fiamme in cortile e, sul cemento, accanto al piccolo giardino con gli alberi in fiore, un corpo agonizzante. Giuseppe Martino avrebbe compiuto 27 anni ad agosto. Sposato, separato, una bimba di 7 anni, tossicodipendente, precedenti per furto, è morto mentre tentava di dare fuoco a un garage nel quale c'era il furgone di un'ambulante, con banco di abbigliamenti in piazza Bengasi. Un attentato. Per vendetta o per estorcere denaro: sono le due ipotesi sulle quali lavorano i funzionari della squadra Mobile. Accanto al corpo di Martino è stata trovata una tanica, dentro c'era ancora benzina. Forse il giovane non era solo: qualcuno (il mandante?) lo ha accompagnato, e lo ha abbandonato morente in quel cortile. Via C asana è una traversa di corso Traiano. Al civico 19 c'è un vecchio palazzo di cinque piani. Sul muro una lapide in marmo e rose in plastica ricordano un eroe della Resistenza che abitò in quella casa, Luciano Dimetta, «garibaldino, 105* Brigata assalto», caduto il 12 dicembre 1944, a 21 anni. Nel cortile c'è una costruzione bassa, con due garage. Uno è di Giuseppina Avilla, 30 anni, am- 'bulante, vende vestiti nei mercati con il marito Giorgio Secco, 31 anni. Ora dice: «Non abbiamo mai avuto minacce». L'attentore voleva colpire proprio loro. Ha forzato la serratura del portoncino in ferro, è entrato nel cortile e ha versato la benzina nel box, dove c'era il furgone della Avilla, un Fiat Ducato. Le esalazioni del liquido hanno riempito il piccolo locale e quando Martino ha cercato di appiccare l'incendio, c'è stata l'esplosione. Piero Bernard abita al primo piano: «Il fumo mi ha preso alla gola, sono corso in strada». Rita Orifici, 50 anni, è al quarto: «Mi sono affacciata, le fiamme erano alte; mio marito, Sebastiano, è sceso e ha trovato quel ragazzo». Nella casa accanto abita Giuseppe Boccardo, 68 anni: «Un boato come ai tempi di guerra, sem- brava una bomba». L'esplosione ha fatto crollare uno muro del garage, le fiamme hanno danneggiato anche la vettura posta nel secondo box. Nel cortile, a quattro metri dalle fiamme, Martino respirava ancora. E' stato portato alle Molinette, è morto alle 2,50, per le ustioni e le fratture. Otto anni fa aveva sposato una ragazza iraniana che viveva a Torino. I due si sono lasciati quasi subito. E da quel giorno Martino abitava con la figlia in via Tonale 16, nell'alloggio dei genitori. Il papà, Mauro, autista: «Ieri sera è rimasto in casa fin verso mezzanotte, abbiamo visto insieme la partita Juve-Milan, poi è uscito». La mamma, Rosa: «Sì, si drogava, ma a novembre era stato in una comunità e aveva smesso. Era cam- biato». Un amico: «Era stato in carcere per un furto, ma è cosa vecchia». Ancora la mamma: «Quel precedente gli ha rovinato la vita, nessuno gli voleva dare lavoro. Dopo tre settimane presso : una ditta, senza libretti, ora era \ ancora disoccupato». L'altra , notte ha preso la Uno di suo fratello; la vettura è stata trovata a due isolati da via Casana. > Ancora il padre: «Giuseppe ha incontrato qualcuno, un balordo, che lo ha portato in quella casa. Noi lo aspettavamo, lui è morto nello scoppio. Ma chi lo Sa accompagnato?». «E forse è torto per quattro soldi che qualcuno gli aveva dato», dicono gli ambulanti presi di mira. «Quattro soldi per rovinarci». EzioMsscarino L'obiettivo dell'attentato era il furgone, carico di vestiti che Giuseppina Avilla vende al mercato La donna: «Mai ricevuto minacce» Giuseppe Martino 26 anni era un «tossico» con precedenti per furto E' morto mezz'ora dopo l'attentato

Persone citate: Giorgio Secco, Giuseppe Boccardo, Giuseppe Martino, Giuseppina Avilla, Luciano Dimetta, Piero Bernard, Rita Orifici

Luoghi citati: Mirafioti, Torino