Sconto Irpef per le famiglie di Flavia Amabile

Sconto Irpef per le famiglie Sconto Irpef per le famiglie I sindacati: è una fregatura Formica: siete dei prevenuti ROMA. Formica difende, i sindacati attaccano. Oggetto dell'ennesimo scontro tra il ministro delle Finanze e i rappresentanti dei lavoratori è il progetto di «quoziente familiare». Nel frattempo, bisognerà attendere almeno fino alla fine del mese per conoscere la decisione del Tar del Lazio sulla legittimità dei nuovi estimi catastali che hanno aumentato mediamente del 70% le imposte sui fabbricati. Una sentenza che, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbe essere negativa. Per quel che riguarda il «quoziente familiare», si tratta di uno sconto di cui dal prossimo anno dovrebbero godere le famiglie che hanno un solo reddito per un totale di 7 mila miliardi. «Sbagliata», «iniqua», «una fregatura», avevano definito i sindacati il riequilibrio della tassazione. «Ci riesce difficile capire che cosa ci sia di equo nelle proposte di Formica», ha insistito anche ieri Stefano Patriarca, responsabile del dipartimento politiche economiche della Cgil. Il ministro delle Finanze - ha affermato Patriarca - «giustamente sostiene che le proposte avvantaggiano solo una parte delle famiglie monoreddito, ma dimentica di dire che avvantaggiano le famiglie ricche monoreddito». Ma la risposta di Formica, arrivata ieri, è stata netta: quelle delle tre organizzazioni sono critiche che riflettono soprattutto il riaffiorare di «vecchie prevenzioni ideologiche». La scelta del quoziente famiglia, scrive il ministro in una lettera, è «quella più idonea per tenere conto sotto il profilo fiscale di una serie di elementi qualitativi come il reddito familiare, la posizione dei componenti e gli status particolari che incidono pesantemente sulla capacità contributiva della famiglia». Formica spiega poi che le famiglie che trarrebbero beneficio dal nuovo sistema sarebbero, secondo le prime simulazioni condotte, circa sette milioni, pari, cioè, al 36,3 per cento del totale. In particolare, le famiglie monoreddito con 30 milioni (che attualmente è penalizzata per un milione e 555 mila lire), potrà recuperare 652 mila lire, quelle con un reddito di 50 e 100 milioni (che ora sono penalizzate rispettivamente per 2 milioni e 552 mila e 6 milioni 28 mila lire) potranno recuperare fino a 800 mila lire per effetto del tetto massimo stabilito. «Da ciò emerge - rileva Formica - che l'introduzione del quoziente rappresenta una riduzione dell'entità dell'attuale penalizzazione tanto maggiore in misura proporzionale quanto minore è il reddito. Ad esempio per un reddito di 25 milioni la discriminazione si riduce del 26,5 per cento, per un reddito di trenta milioni del 19,5 per cento, di 50 milioni del 9,1 per cento, di cento milioni del 3,3 per cento. Tenendo conto che le famiglie italiane con un reddito fino a 40 milioni sono il 75 per cento del totale, dichiarano il 47,3 per cento del reddito complessivo, pagano il 35,4 per cento dell'Irpef e sono destinatarie del 48,8 per cento degli sconti, emerge che la quota dei vantaggi è superiore sia alla quota del reddito dichiarato che a quella dell'Irpef pagata». Ma la difesa di Formica è anche più esplicita: «Non c'è nessuna fregatura, perché la scelta è facoltativa»: chi non vuole o non può utilizzarlo è libero di continuare ad applicare il sistema attuale. Flavia Amabile

Persone citate: Formica, Patriarca, Stefano Patriarca

Luoghi citati: Lazio, Roma