«A chi Lucio Battisti? A noi» di Maria Grazia Bruzzone

«A chi Lucio Battisti? A noi» Il quotidiano del msi rivendica: erano di destra le idee politiche del cantautore «A chi Lucio Battisti? A noi» Polemiche con Rai 3: l'hanno fatto passare come un de Per il musicologo pds Borgna è innovatore e progressista ROMA. «Lucio Battisti qualunquista del cuore, sentimentalene contro-tendenza, liberaloide? Ma se era uno dei nostri». Rai3 in un programma sui desaparecidos del video lunedì sera ripropone il mito degli Anni 70 come cantore dei buoni sentimenti e gli affibbia un'etichetta politica generica. E subito il msi insorge. Sul Secolo d'Italia gli dedica un intero, scandalizzato articolo per rivendicare a sé almeno quel nome «protagonista dei "nostri" Anni 70». «Passi per l'iscrizione di Tex Willer al pds, passi per l'arruolamento delle colf nel Quarto Stato ma la consegna di una tessera de a Lucio Battisti impone provvedimenti», scrive fuori di sé «f. p.» dietro cui si cela il caporedattore dell'organo missino. Questa volta non si può. «Vogliono far passare Battisti come un Baghoni ante litteram, un Massimo Ranieri senza San Remo, un'Orietta Berti più convincente, un Mario Tessuto più duraturo. Non ci stiamo», argomenta l'articolo che, al contrario, ricorda «l'ideologo controcorrente, il poeta dell'anti-consumismo, fose il primo a trasgredire nelle canzoni e nei fatti le ferree regole del mercato dell'immagine e delle coscienze». Vogliono chi? Sotto accusa sono il capostruttura Alfredo Bagnasco e il cantautore Bruno Lauzi, conduttore e ospite del programma, che hanno annacquato la collocazione «di destra» del cantante scomparso dal video nel 1974 limitandosi a dire che «ha cantato l'amore mentre imperversava l'impegno politico. Ha vinto lui, le ideologie sono morte, l'amore resta». Ma bersaglio implicito è tutta la cultura di sinistra «che sotto l'etichetta di "reazionario" aveva accatastato tutto ciò che non inalberava falci, martello e stella a cinque punte. Dalla rabbia della Motocicletta alla denuncia sociale della Gente Perbene, dall'ironia pre-femminista di Lucy al rifiuto della società-supermarket di Canto Brasileiro». Temi cari alla de¬ stra, appunto. Almeno a quella nazional-popolare. Come dire: «Lo dicevate allora, e adesso perché non ne avete più il coraggio?». E infatti allora lo si diceva. Immersi nei Bob Dylan e poi negli Inti-Illimani, fra De Gregori e De André, Dalla e Venditti, negli anni del movimento e del femminismo, il cantante di «Emozioni» e dei «Giardini di marzo», di «Acqua azzurra, acqua chiara» e di «Non è Francesca», che diceva alla donna «capire tu non puoi» e cantava «sogno qualcosa che non sia preda delle ideologie alla moda», era stato più volte bollato come «destro». Lui e ancor più il suo paroliere Mogol, sul quale l'etichetta «fascista» aveva pesato ben di più. «Un giochino che era scemo allora e scemo rimane oggi», ribatte il sindacalista socialista Ottaviano Del Turco, fan storico di Lucio Battisti, tanto da proporsi due anni fa come fautore di un Partito-Mogol-Battisti «che forse avrebbe più successo di tanti» e oggi rivendica un Battisti di sinistra. «Le sue canzoni ci commuovevano quanto "Blowing in the wind", noi di sinistra, e contrapporle non ha mai avuto senso». Eppure Ordine Nuovo aveva fatto proprio un verso della «Canzone del sole». Si diceva addirittura che Battisti lo finanziasse. «Bugie che può dire solo chi non conosca quanto sia avaro», replica il sindacalista. Il musicologo pidiessino Gianni Borgna è più che d'accordo. «Battisti? Non conosco le sue opinioni, ma sul piano musicale lo considero un innovatore e un progressista. Un grande, l'unico che avrebbe potuto tenere testa a Beatles e Rolling Stones». Dunque di sinistra. Anche se poi aggiunge: «Magari lo dico oggi più convinto di prima, perché sono passati vent'anni». Ma il leader del msi Gianfranco Fini insiste. «Non so se era di area o no. Sicuramente le sue canzoni esprimevano messaggi molto orecchiabili per noi. Del resto - aggiunge sibillino - non era l'unico». Maria Grazia Bruzzone Il musicologo Gianni Borgna «Battisti grande come i Beatles» Il sindacalista Ottaviano Del Turco voleva un partito Mogol-Battisti ll paroliere Mogol è stato spesso accusato di avere simpatie fasciste Lucio Battisti da anni vive circondato dall'assoluto mistero

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