Scotland Yard irrompe in un covo dell'Ira di Paolo Patrono

Scotland Yard irrompe in un covo dell'Ira GRAN BRETAGNA Primi successi nella lotta ai terroristi nordirlandesi dopo i sanguinosi attentati del periodo elettorale Scotland Yard irrompe in un covo dell'Ira Scoperta una santabarbara, arresti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Scottata dalle ripetute e sanguinose beffe dell'Ira, la squadra antiterrorismo di Scotland Yard ha finalmente messo a segno un buon colpo. Nelle ultime 48 ore sono finiti in galera tre terroristi, forse di più, potenziali partecipanti anche agli ultimi due attentati che venerdì notte hanno seminato morte e distruzione a Londra, con tre vittime e miliardi di danni nella City. Dapprima sono stati intercettati un uomo e una donna sulla quarantina, sorpresi in un bungalow alla periferia della capitale, non lontano da una base della Raf usata dai Vip della politica e della Casa reale. L'uomo era armato di pistola, ma non ha opposto resistenza. Poco dopo, in un garage lontano qualche centinaio di metri dall'abitazione della coppia, la polizia ha scoperto una micidiale santabarbara: almeno 30 chili di Semtex, il potentissimo esplosivo cecoslovacco che Gheddafi ha ceduto all'Ira e che è ormai l'inconfondibile «firma» dei terroristi nordirlandesi, oltre a otto Kalashnikov, timer per bombe, armi e munizioni. Successivamente, la Special Branch dell'Antiterrorismo ha compiuto una retata fra i sospetti simpatizzanti della causa nazionalista arrestando, sembra, altre tre o quattro persone, forse implicate nell'uccisione di un sergente a Derby, lunedì sera, «giustiziato» dall'Inla, un altro gruppuscolo del terrorismo nordirlandese. Il comandante George ChurchillColeman, capo della squadra speciale di Scotland Yard, è così riuscito a mettere tempestivamente all'attivo un buon risultato, nel tentativo di sventare la minaccia che la lotta antiterroristica venga sottratta al suo controllo e affidata all'MI5, il servizio interno di spionaggio. Come succede in Italia fra polizia e' carabinieri, infatti, anche qui c'è una acuta rivalità tra i vari corpi di sicurezza ag¬ gravata dalle tradizionali lentezze burocratiche di Whitehall. E in mancanza di risultati nella lotta contro l'inafferrabile Ira, da più parti è stato sollecitato l'impiego degli agenti del MI5, lasciati più liberi dalla caduta della minaccia dall'Est e affidati da pochi mesi all'energica guida della prima donna mai designata a un incarico così delicato, l'ambiziosa Stella Rimington. Insediato di nuovo saldamente a Downing Street, John Major ha posto la lotta contro l'Ira e il problema dell'Ulster al primo posto nell'agenda del suo nuovo governo. E che il premier intenda imprimere una svolta è dimostrato dalla contemporanea sostituzione del ministro dell'Interno e di quello del Nord Irlanda. Bruscamente «licenziati» Kenneth Baker e Peter Brooke, il primo ministro ha messo su quelle due poltrone bollenti il fido Kenneth Clarke e Sir Patrick Mayhew. Particolarmente indicativa è la scelta di quest'ultimo al posto di Brooke come «proconsole» in Ulster, perché sono ben conosciute le sue posizioni: più attente al problema della sicurezza e della lotta antiterroristica sul terreno che non ai tentativi di mediazione politica privilegiati, senza apprezzabili risultati, dal suo predecessore. Dopo essere stato preso personalmente di mira dall'Ira (lo scorso febbraio, quando due colpi di mortaio mancarono di poco Downing Street) John Major sembra deciso adesso a imporre, attraverso sir Patrick Mayhew, il pugno di ferro nell'Ulster. Il nuovo ministro del Nord Irlanda è infatti fautore dell'adozione di accresciuti mezzi di sicurezza, come l'internamento preventivo dei sospetti, una misura da tempo reclamata dagli esponenti della comunità protestante. Il risultato elettorale in Ulster, con il 56 per cento dei voti raccolti dalle liste Unioniste protestanti e solo il 33 per cento dai due partiti emanazione della comunità cattolica, hanno convinto Major ad adottare una politica più severa per dimostrare all'Ira che Londra non intende affatto allentare i legami con il Regno Unito. Di qui, la strigliata a Scotland Yard e i primi arresti dopo i paurosi attentati di venerdì notte. Ma l'esercito segreto dell'Ira è solito sostituire in fretta i suoi uomini finiti in galera, e sembra avere forze sufficienti per rialzare la testa. Paolo Patrono Per il premier britannico Major scommessa contro il terrorismo