«Auto gialla, solo uniti si vince»

«Auto gialla, solo uniti si vince» Apertura «graduale» al Giappone per non rischiare rotture all'accordo tra Bruxelles e Tokyo «Auto gialla, solo uniti si vince» OS rb w.7- Garuzzopropone un'intesa tra i produttori europei PARIGI. Se gli europei si mettono d'accordo per effettuare un accurato monitoraggio delle importazioni di auto giapponesi e se, agendo di concerto, si presentano uniti opponendo un effettivo potere negoziale allora i giapponesi rispetteranno l'accordo firmato con la Cee. Ma se in Europa non c'è unione, i giapponesi non vedranno la necessità di rispettare un accordo per molti lati impreciso e da definire. E' quanto ha dichiarato ieri sera a Parigi l'ingegnere Giorgio Garuzzo, direttore generale della Fiat Spa e responsabile del settore automotoristico del gruppo nel corso di un'audizione svolta davanti alla commissione parlamentare francese d' inchiesta sulle prospettive dell' industria automobilistica. Garuzzo, che nell'aula d'audizioni dell'Assemblea nazionale francese è stato preceduto da Raymond Levy (Renault), Jacques Calvet (Psa) e da tutti i vertici dell'industria dell'auto e dei componenti francesi, ha esordito sottolineando la soddisfazione, per il gruppo Fiat, di veder riconosciuta la sua posizione che lo vede ai primi posti tra gli operatori stranieri per numero di addetti e fatturato. In Francia la Fiat dà lavoro a 15.000 persone e realizza vendite di oltre 30 miliardi di franchi (più di 6600 miliardi di lire). Dopo aver sottolineato la necessità di giungere «gradual¬ mente» all'apertura del mercato europeo al Giappone («1,23 milioni di auto a fine secolo mi sembra una cifra ragionevole»), perché «non si può passare da un giorno all'altro da otto costruttori ad un numero doppio e ad un numero doppio di prodotti», Garuzzo ha osservato che restano da definire molti criteri, dal «transplant» al «targeting», fino alle modalità del monitoraggio: quante auto costruiranno, quale sarà il loro contenuto europeo? «Non lo so - ha detto credo che nessuno lo sappia esattamente anche se la Cee parla di 1,2 milioni di unità». «Siamo fautori - ha aggiunto - di rapporti basati sul principio di reciprocità, anche per la parte non scritta dell' accordo. Non sono preoccupato per il duemila perché la concorrenza tra europei e giapponesi (che speriamo opteranno a loro volta per una migliore qualità della vita) sarà più ragionevole. Ma se non dovesse accadere bisognerà sapere cosa avverrà dei 40 miliardi di dollari di surplus commerciale che il Giappone realizza ogni anno in Europa, senza contare gli altri 40 che ricava dagli Usa. Moltiplicando questa cifra per otto, cioè per il numero di anni che ci separano dalla piena apertura del mercato alle loro auto si arriva ad una cifra incredibile e il problema supererà di gran lunga quello del settore per inglobarvi l'intero continente».

Persone citate: Garuzzo, Giorgio Garuzzo, Jacques Calvet, Raymond Levy