Carli ha tolto il conto dalla Banca d'Italia

Carli ha tolto il conto dalla Banca d'Italia POLITICA MONETARIA il Neppure il governo potrà avere «scoperti» Carli ha tolto il conto dalla Banca d'Italia ROMA. Un'emissione di titoli di Stato per 30 mila miliardi di lire ad un tasso dell'1% chiuderà definitivamente il rapporto che il Tesoro intrattiene con la Banca d'Italia per il servizio di tesoreria e che, da riserva di liquidità, è andato progressivamente trasformandosi in una forma di finanziamento stabile del fabbisogno pubblico. In pratica è un divorzio sancito da un disegno di legge del ministro Guido Carli approvato mesi fa dal Consiglio dei ministri. Pubblicato ieri, dovrà essere esaminato dal nuovo Parlamento. Il conto corrente di tesoreria era diventato incompatibile con il progetto di statuto della Banca centrale europea che inibisce alle banche centrali la possibilità di concedere ai governi o agli altri enti pubblici «alcuno scoperto di conto o qualsiasi altro tipo di agevolazione creditizia». Nato nel 1948, il conto di te¬ soreria costituiva infatti una linea di credito a favore del Tesoro pari al 14% delle spese di parte corrente e in conto capitale iscritte nel bilancio di competenza: «Si tratta - osserva Carli nella sua relazione - di un assetto che non trova riscontro in nessuno degli altri maggiori Paesi europei». Il disegno di legge del governo preclude quindi la possibilità di finanziare con moneta il disavanzo per mezzo del conto corrente «salvaguardando però la funzione di rete di sicurezza che il conto in questione deve comunque assolvere». Il provento del nuovo collocamento di 30 mila miliardi sarà versato in un conto corrente intestato «Disponibilità del Tesoro per il servizio di tesoreria» destinato ad assicurare l'elasticità necessaria al regolare svolgimento del servizio come gli stipendi pubblici in caso di scioperi. [r. e. s.l

Persone citate: Carli, Guido Carli

Luoghi citati: Roma