Strauss apre Salisburgo e il festival torna d'oro

Strauss apre Salisburgo e il festival torna d'oro Grande successo di Solti con «La donna senz'ombra» Strauss apre Salisburgo e il festival torna d'oro SALISBURGO. Fondato e diretto per un ventennio da Herbert von Karajan, il Festival di Pasqua riparte quest'anno alla grande, dopo un intervallo di incertezza seguito alla morte del suo fondatore. La direzione artistica è stata affidata a Georg Solti; l'orchestra torna ad essere la Filarmonica di Berlino con il suo direttore Claudio Abbado che eseguirà due concerti, mentre Solti si è riservato la direzione dello spettacolo d'opera e un concerto sinfonico. Il tutto nella settimana compresa fra la Domenica delle Palme e Pasqua. Il debutto di Solti è stato lietissimo, l'altra sera, con una splendida esecuzione della «Donna senz'ombra», la fiaba allegorica a grande spettacolo e a grandissima dimensione che Hugo von Hofmannstahl aveva tratto da una sua novella e Richard Strauss musicò entusiasticamente, presentandola per la prima volta a Vienna nel 1919. Solti è penetrato nell'intrico sinfonico della partitura con una lucidità e una tensione costanti, chiarendo i nessi che collegano una scena all'altra e raggiungendo, con l'aiuto della mirabile orchestra, quella trasparenza che Strauss desiderava e che doveva fissare in una purezza cristallina l'atmosfera surreale della vicenda, senza rinunciare all'impiego di un grande complesso sinfonico. Sotto questo aspetto, la «Donna senz'ombra» rappresenta probabilmente il risultato più straordinario del virtuosismo orchestrale di Strauss: dopo i valzer viennesi del «Cavaliere della Rosa» e le trame settecentesche di «Arianna a Nasso», il compositore ritorna all'espressionismo di «Salome» e di «Elektra, ma lo investe di una luce tagliente e cristallina che trasforma lo spessore della sua orchestra in un guizzare di linee nitidissimo quanto frenetico. Viene così a definirsi un mondo nuovo che non ha più relazioni né con la sfrenata lussuria sinfonica di «Salome», né con le torbide implicazioni psicopatiche di «Elektra»: un mondo sonoro in cui realtà e magia si intrecciano l'una nell'altra ed in cui la vicenda dell'Imperatrice che, provenendo dal mondo degli spiriti, acquista l'ombra con la bontà della rinuncia, aprendosi così alla totalità della vita umana, raggiunge tutta la sua carica di fortissima tensione ideale. E' molto difficile trovare il giusto equilibrio in quest'opera composita dove lo spettatore, quasi impossibilitato a seguire l'intrigo della vicenda, resta comunque galvanizzato dalla bellezza e dalla straordinaria originalità della musica: Solti c'è riuscito assai bene, grazie ad una compagnia di canto che non si potrebbe desiderare più omogenea e pertinente ai caratteri vocali ed espressivi dei singoli personaggi. Thomas Moser incarna con evidenza la fatua eleganza dell'Imperatore; Cheryl Studer è una Imperatrice trepidante e commossa, profondamente compresa nella sua tensione verso il mondo degli affetti e del dolore umano; bravissimi Robert Hale ed Eva Marton nella coppia umile del Tintore e di sua moglie cui l'Imperatrice dovrebbe strappare l'ombra in seguito all'inganno ordito dalla perfida nutrice, qui impersonata da Marjana Lipovsek, sempre attiva sul palcoscenico in un frenetico andirivieni di insinuazioni, maneggi, colpi di stregoneria che la musica ingigantisce e squaderna nell'mesauribile ventaglio delle trovate. Specie nel primo atto queste si accumulano con un'abbondanza e un potere impressivo unico nella produzione teatrale di Strauss: e quando l'orchestra è, come qui, la Filarmonica di Berlino, tutto viene ulteriormente potenziato. Lo spettacolo, giudizioso ed equilibrato, di Gòtz Friedrich con le scene di Rolf Glittenberg e i costumi di Marianne Glittenberg offre alcuni ma non troppo preoccupanti motivi di novità al gusto molto tradizionale del pubblico salisburghese: puntando su di una linearità geometrica, essa rende assai bene la casa del Tintore come cellula sperduta di un universo che l'Imperatrice attraversa per calarsi dal mondo degli spiriti nella concretezza di una famiglia umana; più sacrificate sono le scene di magia quasi mai veramente incantatorie, come si vorrebbe e come la musica suggerisce. Paolo Gal la rati Thomas Moser incarna con fatua eleganza l'Imperatore Cheryl Stadere una Imperatrice trepidante ■ i "•là Georg Solti in un momento di «La donna senz'ombra»

Luoghi citati: Berlino, Marianne, Salisburgo, Vienna