E' morta Monika Mann una vita a Capri nel segno del padre di Luigi Forte

E' morta Monika Mann una vita a Capri nel segno del padre La figlia di Thomas aveva 81 anni E' morta Monika Mann una vita a Capri nel segno del padre ONIKA Mann, figlia dello scrittore e Premio Nobel Thomas, si è spenta ieri, a 81 anni, nella cittadina tedesca di Leverkusen, non lontano da Colonia. Per oltre un trentennio, fino al 1986, aveva vissuto a Capri con il muratore Antonio Spadaro, in una piccola residenza affondata nel verde della Baia dei Faraglioni. Lei scriveva memorie, racconti, poesie; lui fabbricava originali souvenir per i turisti. Un sodalizio che forse avrebbe fatto arricciare il naso a suo padre, ma che a lei offrì pace e tranquillità dopo anni turbolenti e difficili. Monika (chiamata in famiglia Moni, Mòndchen Mònndele) era la quarta figlia dei coniugi Mann, per età e affinità più vicina a Golo (il futuro storico tuttora vivente) che alla primogenita Erika o al fratello scrittore Klaus, morto suicida. Come tutti i membri della sua famiglia portava in sé gelosamente il ricordo di un'infanzia privilegiata, in una casa, sulle rive dell'Isar, a Monaco, piena di movimento e di vita culturale. Eppure, come dimostra il suo libro di memorie di maggior successo, Il passato e il presente (1956), pubblicato quando era già a Capri, Monika era riuscita a trovare un armonioso e felice equilibrio tra la pesante eredità familiare e il sogno dimesso e felice dei suoi anni italiani. La tragedia della guerra l'aveva toccata profondamente. Il marito, Jenò Lànyi, sposato pochi mesi prima, morì durante l'affondamento da parte di un sottomarino tedesco della nave che portava i giovani sposi verso il Canada nell'autunno del 1940. In quell'occasione il padre scrisse: «Moni, una creaturina psichicamente fragile..». Ma la sua vita invece dimostra il contrario. Incapace forse anch'ella di liberarsi completamente dal peso psicologico ed umano di un padre tanto grande, ha tuttavia saputo ancorarsi ad una memoria protettiva, ad un umile gioco con la scrittura. Aveva ormai 39 anni quando il padre in una sorniona e scanzonata lettera parve dis¬ suaderla da una camera letteraria. Le mancavano l'intensità e le capacità evocative ed analitiche del fratello Klaus. Monika aveva già al suo attivo raccontini e aforismi su giornali tedeschi e americani. Cosa che non ùnpedì al genitore di ricordarle: «Con l'ortografia e la grammatica non sei sempre nei migliori rapporti». Ci voleva ben altro per scoraggiarla. Nell'idillio italiano aveva affondato ricordi smussati ormai di ogni tragico peso. E chissà che la quiete degli anni capresi non fosse la cornice ideale per risentire, di volta in volta, le mille voci di un'infanzia popolata di mostri sacri e scandita dalla voce del «mago» (così i figli chiamavano il padre Thomas) intento a leggere la sera le favole di Andersen o dei fratelli Grimm. Forse per questo, negli ultimi mesi, come ricorda ora Golo, si era di colpo ammutolita. «Non ho più niente da dire al mondo», disse. Non c'è dubbio: Monika Mann era intenta ad ascoltare le voci che la richiamavano con insistenza verso la propria origine. Luigi Forte Monika Mann

Luoghi citati: Canada, Capri, Monaco