Contagiati dall'Aids nel trapianto

Contagiati dall'Aids nel trapianto Aperta un'inchiesta dopo il duplice intervento al Sant'Orsola di Bologna Contagiati dall'Aids nel trapianto Due ragazzi avevano ricevuto i reni da un donatore Lui è morto in ottobre, per lei non c'è più nulla da fare BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'operazione doveva ridare ad entrambi serenità e voglia di vivere. Li ha invece uniti in un tragico destino: lui, ravennate, è morto in ottobre all'età di 23 anni per Aids, lei, 22 non ancora compiuti, è gravemente ammalata, affetta dal virus Hiv. La sua storia e quella del suo «gemello di trapianto» è raccontata in un esposto presentato alla procura dalla ragazza e dai familiari del giovane. Affetti da una grave malattia cronica che li costringeva a frequenti dialisi, i ragazzi si sono sottoposti nel maggio dell'86 a un trapianto di reni provenienti dallo stesso donatore: un loro coetaneo, morto in un incidente stradale. Le loro storie parallele si sono incrociate nelle stanze dell'istituto di nefrologia del Sant'Orsola, dove dal 1969 sono stati effettuati 646 trapianti di reni (e 755 pazienti attendono la disponibilità di un organo per l'operazione). Secondo la denuncia, neppure un anno dopo il trapianto, il ragazzo che aveva subito l'intervento scoprì di essere sieropositivo. Eppure prima dell'operazione, come confidò all'amica marchigiana, si era sottoposto ad uno screening per l'Hiv che aveva dato esito negativo. L'amara scoperta della sieropositività la fece alcuni giorni dopo anche la sua «gemella di tra- pianto» ed entrambi risultarono affetti da epatite B. La sieropositività - si denuncia nell'esposto va attribuita al trapianto. Per accertarlo è partita un'inchiesta, e le cartelle sequestrate. La letteratura medica italiana non riporta casi di persone contagiate da Aids a causa di trapianti di organi. Ma una circolare ministeriale nel luglio del 1985 dettava «misure di sorveglianza e profilassi» in relazione ai trapianti di organo perché venisse «esclusa la presenza dell'infezione del donatore». In esecuzione della circolare ministeriale, la Regione Emilia-Romagna emanò nel settembre dello stesso anno una direttiva. Sia l'una che l'altra risultano «sconosciute» al direttore dell'istituto di nefrologia, Vittorio Bonamini. Il professore non era in sala operatoria quei 9 maggio del 1986, ma l'equipe dei trapianti opera alle sue dipendenze. Spiega: «Non sono mui stato a conoscenza di questa circolare. Ma essendo invece a conoscenza dell'importanza crescente attribuita ad alcuni test dalla ricerca scientifica, dal 1987 la mia équipe si è fatta carico di eseguire sui donatori potenziali anche gli esami sulla sieropositività, con un anno di anticipo rispetto all'obbligo di legge intervenuto solo nel 1988. Ciò ci ha consentito di non usare nell'87 due donato- ri potenziali perché affetti dal virus». Bonamini aggiunge: «Mi dispiace, ma sono tranquillo. Certo, se la legge ci fosse stata prima, forse tutto questo non sarebbe successo. Le conoscenze mediche vengono progressivamente aggiornate: ora abbiamo tutti gli strumenti per evitare contagi di questo tipo». Ma secondo le denunce, anche allora si potevano evitare. I legali Alessandro Gamberini di Bologna e Carlo Benini di Ravenna, che assistono la ragazza e i familiari del giovane deceduto, hanno chiesto che venga sequestrata anche la documentazione clinica relativa al donatore per accertare l'eventuale presenza dell'in¬ fezione. Le denunce negano comportamenti «a rischio» da parte dei due ragazzi ed escludono che la causa dei contagi possa risalire alle trasfusioni di sangue a cui si sono entrambi ripetutamente sottoposti, ma in ospedali diversi. Ciò fa dire agli avvocati che le coincidenze e la successione temporale tra il trapianto e l'insorgere della sieropositività in tutti e due i casi sono «indizi concordanti che provano il legame causale fra il trapianto e l'infezione». Afferma l'aw. Gamberini: «Non è pensabile che invece di donare salute i trapianti trasmettano una grave malattia». Marisa Ostatali Il prof. Vittorio Bonamini dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna

Persone citate: Alessandro Gamberini, Bonamini, Carlo Benini, Gamberini, Marisa Ostatali, Vittorio Bonamini

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Ravenna, Romagna, Sant'orsola