Divisi sull'emergenza di F. Al.

Divisi sull'emergenza Divisi sull'emergenza 7/paese di Milo attacca Zafferana «Loro salvi, noi in pericolo» CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Nel caso di riuscita dell'intervento programmato alle alte quote, quali saranno le conseguenze per il territorio del nostro Comune?». I due fogli della delibera votata all'unanimità dai consiglieri comunali di Milo sono arrivati sul tavolo del Centro Operativo Emergenza di Zafferana, ieri mattina presto. Li ha consegnati il sindaco, Filadelfo Patanè. Milo è un paesino di 1500 persone a Nord di Zafferana. Durante l'eruzione del 1971 fu minacciato dalla lava che arrivò fino alla frazione di Fornazzo, distruggendo case e strade. Furono momenti di grande angoscia. E a quel tempo, quando la lava arrivava in paese, i vulcanologi allargavano le braccia; la Protezione Civile non esisteva, pompieri e militari potevano solo prodigarsi per evacuare le abitazioni. Quando lunedì mattina gli abitanti di Milo hanno sentito i due «botti» di valle del Bove e vai Calanna, è successo il finimondo. Decine di telefonate al centralino del Comune, la gente è uscita per strada. Il sindaco, il tempo di fare le telefonate a casa dei consiglieri, ha riunito il Consiglio in seduta straordinaria urgente. Vi ha preso parte mezzo paese. Il primo cittadino ha raccontato quello che ha visto e sentito in questi giorni, da ospite, nelle stanze del Centro Operativo di Zafferana. Poi ha riferito dell'incontro avuto subito dopo il momento dell'esplosione con il ministro Capria e con il vulcanologo Barberi: «Mi hanno detto che l'esperimento in valle del Bove non ha avuto alcun effetto importante, così come per i blocchi di cemento, mentre la carica di vai Calanna ha avuto risultati apprezzabili». Poi la domanda alla Protezione Civile che, sebbene abbia avuto una risposta, non ha lasciato soddisfatto né il sindaco, né i concittadini: «Quali saranno le conseguenze per il Comune di Milo se l'esperimento dovesse riuscire?». Barberi e Capria rispondono che non c'è alcun pericolo, che anche dopo l'esperimento la lava tornerebbe a confluire in vai Calanna, lontana da Milo. Ma in paese non ci crede nessuno. «Qui la gente conosce l'Etna e la pensa diversamente», dice il sindaco. La preoccupazione riguanla.jnaggiormfinte, la; frazio^ ne di Caselle; secóndo gii abitanti, un'eventuale deviazione della lava nella zona di valle del Bove potrebbe interessare infatti altri' centri abitati. Dal «Com» fanno capire che qualsiasi preoccupazione «è fuori di luogo». Ma il sindaco Patanè è categorico: «Diffido il Comune di Zafferana dal prendere qualsiasi iniziativa autonoma. Voghamo essere consultati per ogni decisione». La delibera presentata a Capria e Barberi è meno decisa: «S'invitano gU organi competenti a ben considerare e ponderare ogni intervento che dovesse essere messo in atto a quote elevate e dal quale possano scaturire conseguenze dannose per la Comunità milese». «Non è una guerra fra poveri dicono al Comune di Milo - ma non possiamo stare con le mani in mano, in attesa che qualcuno prenda decisioni al nostro posto». Il timore più grande è per un'eventuale rottura degli argini in valle del Bove. «Il fatto è che non c'è alcun pericolo - dicono al "Com" - anche perché gli interventi non sono più diretti a fai' saltare in aria gli argini». Ma a Milo non ci credono ancora. E sono pronti a ulteriori gesti. «E questa volta saranno clamorosi», promettono. [f. al.]

Persone citate: Barberi, Capria, Filadelfo Patanè, Patanè, Zafferana

Luoghi citati: Catania, Comune Di Milo, Comune Di Zafferana, Milo