«Vieni mostro di fuoco», poi le lacrime di Fabio Albanese

«Vieni mostro di fuoco», poi le lacrime Proprietario di una casa distrutta offre pane e vino alla lava, «è l'ospite, anche se indesiderata» «Vieni mostro di fuoco», poi le lacrime Abitanti quasi rassegnati: pensiamo a ricostruire ZAFFE RANA ETNEA. La rabbia e la disperazione della gente di Zafferana hanno il volto incredibilmente sereno di Giuseppe Fichera. Sposato, due figlie, è lui ad aver deciso di sfidare governo e istituzioni con due gesti semplici ma simbolici, «gli unici che potevo fare»: l'altro giorno ha scritto «Grazie governo» sulla facciata della sua casetta di Piano dell'Acqua. Lunedì sera, quando ha capito che ormai la lava stava per travolgere tutto, ha messo fuori il tavolo usato per tante cene con gli amici, lo ha apparecchiato, vi ha appoggiato una forma di pane e ha riempito di vino quattro bicchieri: «Anche all'ospite indesiderato, noi siciliani offriamo ugualmente ospitalità». E ieri mattina la lava si è «bevuto» anche quel vino. E lui ha pianto. La gente è proccupata, tiene i televisori sintonizzati sulle tv locali dalle quali nell'arco della giornata i vulcanologi più volte si affacciano a raccontare in diretta cosa accade sull'Etna. «Ma non ci convincono poi tanto - ripetono - anche perché finora quegli esperimenti non hanno dato alcun risultato e qui ormai la lava ce l'abbiamo davvero in casa». Eppure non c'è sconforto: «Lo sappiamo che vivere da queste parti comporta anche questi rischi - dice il gestore di uno dei due bar della piazza principale -. Però avremmo voluto che tutto questo interesse si fosse materializzato qualche settimana prima. Ormai è troppo tardi». A Zafferana c'è anche chi pensa già al dopo-emergenza. «Queste case le abbiamo costruite con tanta fatica - diceva l'altra sera l'intera giunta comunale ad un altro ospite indesiderato, il critico Vittorio Sgarbi -. Saranno brutte, ma servono a dare un tetto alle nostre famiglie». Per questo, dato per scontato che la lava se ne porterà via parecchie, ci si chiede come fare per ricostruirle il più in fretta possibile. Ma le polemiche non cessano. Ieri è intervenuto anche l'Ente Parco dell'Etna, che contesta Wwf e Lega Ambiente che nei giorni scorsi hanno inviato al ministro Capria una lettera di protesta. Le associazioni ambientaliste avevano scritto a Capria di «essere preoccupate per i progettati interventi con le ruspe, in valle del Bove». Si riferiscono all'esperimento ipotizzato dal capo delle guide dell'Etna, Orazio Nicoloso, che ha suggerito di utilizzare grandi escavatori per spingere nella lava la roccia fredda e ottenere lo stesso risultato. Il Parco ha risposto agli ambientalisti che tutte le scelte effettuate in questi giorni sono state fatte di comune accordo fra Protezione Civile e Parco dell'Etna. E che nessuna decisione è stata ancora presa per l'intervento con le ruspe. Anzi, «per il momento non ha il minimo di requisiti per essere preso in considerazione». Le posizioni del Parco hanno più volte trovato dissenso proprio tra la popolazione di Zaffe¬ rana: «I loro divieti hanno impedito interventi più massicci e tempestivi», è stato detto. Ma il Parco si difende: «Noi possiamo solo agire nel rispetto della legge - afferma il direttore dell'Ente, Franco Russo -. E vogliamo la protezione di Zafferana tanto quanto i suoi cittadini». Intanto, camion e militari restano pronti ad entrare in azione se nelle prossime ore dovesse rendersi necessaria l'evacuazione delle case minacciate. Fabio Albanese W^B| Sopra: il fronte lavico attacca la prima casa alla periferia di Zafferana. Accanto: i piloti marines si riposano prima di tornare con gli elicotteri a bombardare il magma