Torino di corsa verso New York di Gian Paolo Ormezzano
Torino di corsa verso New York Presentata la maratona che a Pasquetta porterà in città oltre mille podisti Torino di corsa verso New York Un appuntamento di sport e turismo sull'esempio della gara americana Il 20 aprile, lunedì di Pasquetta, Maratona a Torino non sarà una curva di tifosi calcistici, ma una corsa a piedi. Seconda edizione, evoluta dalla Susa-Avigliana, l'anno scorso vittoria di Durbano in 2 ore, 10 minuti e 3 secondi, miglior tempo italiano ma su percorso un po' corto. Adesso, con percorso misurato a mano e segnato da chiodi argentei, la maratona da Avigliana a Torino diventa prova di selezione olimpica per Barcellona, e la corre anche Panetta. Già se n'è parlato, dal punto di vista sportivo, e ancora se ne parlerà. Ieri della manifestazione è stato messo a fuoco l'aspetto turistico, dove lo sport diventa un vettore per spostamenti di etnie speciali e sanamente interessanti. L'assessore regionale allo sport, Cantore, ha orchestrato la prima delle conferenze-stampa che focalizzeranno l'evento in tutti i suoi aspetti, al di là ed al di qua di quello appunto tecnico. La Maratona di Torino vuol dire infatti 37 chilometri, dei 42,195 canonici, corsi fra gli alberi, da Avigliana al centro della città. Vuol dire nel fondale chiese e monumenti d'alta arte. E' un'ipotesi di mille partecipanti e dunque, con gli accompagnatori, di quasi duemila persone, con forestieri e stranieri che passano mediamente tre giorni nella nostra città. E' embrione di un turismo che potrebbe anche diventare di massa. Chiabrera, presidente del comitato organizzatore della Maratona di Torino, ha invitato Rosa-Salva, il suo omologo veneziano, che a sua volta ha portato Costa, ricercatore. Le maratone di Torino e Venezia sono come gemellate, Venezia ha varato un questionario per i partecipanti (5 mila alla sesta edizione) che verrà sottoposto anche a quelli di Torino. Viene fuori che partecipa alla maratona gente (il 10 per cento sono donne) di reddito medio alto, di cultura ufficiale, con lauree e diplomi. Ci sono quadri aziendali, professori universitari, studenti studiosi. Tutta una tribù di turisti, ogni maratoneta con il suo microseguito. E un rinnovo continuo: a Venezia l'anno scorso il 70 per cento partecipava per la prima volta a quella maratona, il 20 per cento correva per la prima volta una maratona, il 50 per cento aveva già maratoneggiato all'estero, il 30 per cento era a Venezia non solo per correre. Sono venute fuori le cifre del bilancio della maratona di New York, ormai 100 miliardi di lire per 25 mila partecipanti ufficiali, una enorme vampata di turismo. Torino e il Piemonte non hanno certamente le cifre turistiche di Venezia, ma proprio per questo una manifestazione che aggiunga qualche migliaio di visitatori ai 2.200.000 annui (un terzo a Torino, un terzo nella Val di Susa da dove la maratona prende il via) è benvenuta, anzi benedetta. Per ora la finanziano gli enti pubblici, e Chiabrera, in attesa di diventare il manager di un business, le offre tutta la sua passione, tutto il suo tempo. Ma se il giorno di Pasquetta la città capirà il grande evento e accetterà il parziale blocco delle auto per un pochino, forse anche l'impresa privata si accorgerà che le vie per avvicinare almeno un po' Torino a New York, magari passando per Venezia, sono infinite, e che una di esse misura appena 42.195 metri. Gian Paolo Ormezzano vinaria reale /TJmK druem3 IL PERCORSO DELLA GARA
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