«Ma la maggioranza non c'è più»

«Ma la maggioranza non c'è più» «Ma la maggioranza non c'è più» Le opposizioni: dimettiamoci tutti Il capogruppo psdi: governo da trovare La maggioranza? «Non c'è più» affermano a turno Martinat (msi), Sestero (Rifondazione), Carpanini (pds). Il leghista Mario Borghezio invoca addirittura «le dimissioni in blocco dei Consiglieri comunali». Pugnalate di una opposizione divisa tra vinti e vincitori? Forse. Ma i capigruppo dei partiti di governo non rispondono. Anzi, sottolineano che questo dibattito sul voto del 5-6 aprile non si doveva fare, o almeno non oggi, senza uno straccio di segnale da Roma. Non tutti però. Spunta a sorpresa il socialdemocratico Raffaele Giangrande: «Diciamocelo pure, sul piano politico questa maggioranza non ha più ragione d'essere». Dichiarazione che in altri tempi avrebbe almeno riscaldato la Sala rossa e oggi nessuno osa o vuole raccogliere: «Sarà perché conto per uno» conviene Giangrande, nemmeno troppo sicuro che Baldassarre Furnari, l'altra metà del suo gruppo, sia disposto a seguirlo su questa strada. C'è un altro «single» deciso alla critica. E' Sergio Gaiotti, de del patto-Segni: «Siamo seri, sarebbe meglio azzerare la situazione e trovare una maggioranza su quattro o cinque grandi temi». Giorni difficili per Giovanna Cattaneo? No, almeno stando alle dichiarazioni fuori stanza. La de appare scorata. C'è chi, come l'assessore Guazzone, afferma: «Non è la bocciatura di questo o quel partito, ma di un modo di fare politica». Scorata ma leale con il sindaco. Anche il più critico, Giovanni Porcellana, rinuncia a rilanciare gli attacchi all'edera. «Stiamo calmi, non facciamoci prendere dal panico» ribadisce il vicecapogruppo Michele Vietti. Non parlano i liberali, ma Chiusane, Dondona, Tedeschi, Re e Zanone si chiudono la porta alle spalle e discutono per un'ora con il segretario cittadino Paolo Peveraro. Di che cosa? Del «riequilibrio istituzionale», cioè dello scambio di incarichi in Regione e Provincia, rinviato in febbraio ma ormai imminente. Anche della brutta vicenda dei telefoni d'oro, che potrebbe riguardare da vicino la gestione di Risaliti e Cattaneo, predecessori dell'assessore Tedeschi. Il capogruppo socialista Garesio ascolta il dibattito senza entusiasmo, il suo partito ha fatto il primo, passo, aprendo al pds. L'incontro avverrà dopo Pasqua, inutile parlare adesso. Zitto anche il capogruppo repubblicano Danilo Poggiolini: «La maggioranza c'è - confida - Non ho ricevuto alcun atto formale che la pregiudichi. Che senso ha discutere adesso, mentre a Roma è tutto in alto mare?». Eppure il dibattito si trascina. Lo ha avviato il sindaco: «Questo è stato un voto molto diverso, un voto di protesta dall'effetto dirompente. Dobbiamo tenerne conto, modificare anche il nostro modo di agùre. Non dobbiamo chiederci, invece, che cosa accadrà in Consiglio. Cerchiamo di lavorare, è questo che la gente ci chiede». Si parla delle deleghe agli assessori-candidati, Martinat, Novelli e Sestero tirano in ballo la vicenda-Lupi: «Ma dov'è la dignità della maggioranza? Come fate a tenervi uno cosi?» attacca il capogruppo msi. E il pds? Carpanini ammette che «la nostra rappresentenza in Consiglio è superiore all'attuale peso». Annuncia: «Tra poco riunirò il gruppo per discutere la situazione politica». L'argomento sarà il dialogo con i socialisti: «Il pds non è disposto a entrare in maggioranza al posto di Lupi e Nerattini. Ma nemmeno a starsene all'opposizione per fischiare i falli della maggioranza. Siamo disponibili, invece, a partecipare ad una vera svolta. C'è qualcuno disposto a seguirci?». La risposta dopo Pasqua. O forse più in là, quando Roma avrà scelto. Giampiero Pavioto ;fp§ Il sindaco e il capogruppo psdi Raffaele Giangrande

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