Mendoza snobba Borsano di Claudio Giacchino

Mendoza snobba Borsano LE NOTIZIE DI TORO-REAL La squadra di Beenhakker ieri sera s'è allenata al Delle Alpi Mendoza snobba Borsano //presidente degli spagnoli chiede notizie di Agnelli e ignora il collega Casagrande, uomo di Coppa, sente il match: questa notte non dormirò TORINO. Il naso schiacciato contro la rete di recinzione, quindici calmissimi tifosi granata hanno intravisto, ieri a mezzogior.'.^, il Mito sbarcare dal cha; le. ìctìeiu, lontano sulla pista di Cuccilo, e salire su un pullman che, sotto nutrita scorta di polizia, ò paiiitu alla volta di Villa Sassi Qui, nella quiete sulla quale vigilano decine di carabinieri, il Real Madrid ha cominciato a consumare l'attesa della partita. Poche frasi banali e, probabilmente bugiarde per necessità di pretattica, del tecnico olandesi^, l'altero Beenhakker: «Ori, cume ora giocheremmo senza Chuido, Sanchis e forse Butragueiio, il Toro è forte ma non ci i'a paura, siamo favoriti, anche se non di molto». Laconico pui "e il presidente dei madridisti, Mendoza. Riverito come un re dall'avvocato Alberto Lievore e da Lorenzo Delli Santi, incaricati dal Torino di accogliere gli spagnoli nel modo migliore, il «Papa» del Real non ha parlato della sfida: sordo a chi gli ricordava le polemiche trascorse, na ripetuto, osservando il panorama collinare: «Indicatemi dove è la villa del mio amico Agnelli. Vi sono stato più volte». I nomi di Moggi e Borsano soiic sembrati significare nulla a Mendoza che, alle 20, ha assistito all'allenamento della sua truppa al Delle Alpi: ha lavorato Chendo, ma non Sanchis. II Toro, invece, ha continuato a prepararsi nel sole del «Filadelfia» e in un'atmosfera serena, non contagiata dall'angoscia dell'attesa. L'unica eccezione, Casagrande: «E' da venerdì che ho iniziato a sentire la partita, credo che la notte della vigilia faticherò a prendere sonno. Ho fiducia, sarà importante non farci prendere dall'ansia di fare subito il gol. Occorrerà equilibrio mentale, dovremo ragionare sempre, guai se "faremo la guerra" come ce l'hanno fatta gli spagnoli al Bernabeu». Concetti ribaditi per l'ennesima volta anche da Mondonico con lo slogan: «Più che le gambe conterà la testa». Il tecnico s'è detto sorpreso dell'altrui sor¬ presa per l'eccellente momento vissuto dai granata: «Sin qui abbiamo disputato una stagione ad altissimo livello, sempre. La realtà è che la critica ci nota solo adesso che abbiamo vinto il derby: se, invece, avessimo battuto la Cremonese, chissà, probabilmente nessuno si sarebbe accorto che il cosiddetto nostro "momento buono" dura da mesi e non da giorni... La formazione è già decisa: stabilirò come disporla in base a come si schiererà il Real». Martin Vazquez, braccato dalla stampa spagnola, ha parlato moltissimo per dire niente. A differenza di Lentini: informato che un giornale romano ha riferito così un suo sfogo: «Che dispiacere lasciare il Torino, potevo diventare una bandiera granata», il fantasista prima s'è seccato: «Davvero hanno scritto queste cose che io mai ho detto?» e poi ha sorriso: «Continuate a non capire nulla: io di qui non mi muovo, resto al Toro. Quando lo capirete?». Claudio Giacchino

Luoghi citati: Filadelfia, Lentini, Madrid, Torino