La Csi ha stancato Minsk di Andrea Di Robilant

La Csi ha stancato Minsk La Csi ha stancato Minsk //premier a Roma, sognando l'Europa ROMA. Delusa dal cammino compiuto finora dalla Comunità di Stati indipendenti (Csi), la Bielorussia tenta di accelerare la sua marcia di avvicinamento verso l'Europa occidentale. E nei colloqui di ieri a palazzo Chigi con Giulio Andreotti e Gianni De Michelis, il premier Vjaceslav Kevic ha cercato soprattutto di differenziare la Bielorussia dagli altri Stati exsovietici. Il Paese non è dilaniato da crisi etniche - ha detto il premier -, non è infiammato dal nazionalismo e si muove rapidamente verso un'economia di mercato. Kevic ha confermato che il suo Paese vuole essere neutrale e denuclearizzato. Ma il premier non è capitato a Roma nel momento più propizio per fare affari, visto che il governo italiano ha altro per la testa in questi giorni e si deve limitare all'ordinaria amministrazione. Kevic ha comunque ottenuto una prima linea di credito di 100 miliardi. E il portavoce della Farnesina Gianni Castellaneta l'ha definito «un gesto di particolare simpatia» verso la Bielorussia. Ma al di là dei gesti di simpatia, la Bielorussia sta faticando ad aprirsi un varco verso l'Europa. Avrebbe voluto entrare nell'Iniziativa centro europea (ex Pentagonale), ma gli è stato risposto che il numero è chiuso e che al massimo si può ipotizzare una collaborazione ad hoc su determinati progetti. Le prospettive di avvicinarsi all'Unione europea (ex Cee) sono ancora più remote. La lista d'attesa è lunga e se ne parlerà non prima del Duemila. Uno dei motivi che spinge Kevic a premere sull'acceleratore è il suo pessimismo sulle prospettive della Csi. Ma Andreotti gli ha suggerito di avere pazienza. «Non vi demoralizzate, sono processi lunghi», ha detto il presidente del Consiglio, secondo quanto ha riferito il portavoce di palazzo Chigi Pio Mastrobuoni. A breve termine, dunque, è improbabile che la Bielorussia soddisfi pienamente la «vocazione europea» che Kevic si è sforzato di tracciare ieri a palazzo Chigi e che farà di nuovo oggi in Confindustria nel tentativo di attirare investimenti. In compenso la Bielorussia potrebbe diventare «un ponte» - questa l'espressione usata ieri da Andreotti - verso le Repubbliche asiatiche dell'ex Unione Sovietica. Andrea di Robilant

Persone citate: Andreotti, Gianni Castellaneta, Gianni De Michelis, Giulio Andreotti