Napolitano caro psi meglio tardi che mai

Napolitano: caro psi meglio tardi che mai LETTERA Napolitano: caro psi meglio tardi che mai CARO direttore, mi sono sentito molto vicino - negli ultimi mesi - allo sconforto storico di Norberto Bobbio per il fatale riprodursi e aggravarsi di motivi di divergenza e contrapposizione tra le forze della sinistra e soprattutto tra i suoi due maggiori partiti. La linea scelta dal psi per le elezioni e per il dopo-elezioni, e le più meschine iniziative di «sgretolamento» del pds assunte alla vigilia e nel corso della campagna elettorale, mi hanno spinto a un forte pessimismo. Ho potuto, inoltre, verificare ancor meglio quanto pesi sul psi la caduta di valori e di «ordinaria moralità» nella gestione del potere e nella pratica politica (va apprezzato U vigore con cui Giorgio Ruffolo ha riproposto questa questione nel suo articolo di qualche giorno fa su la Repubblica). Ma condivido più in generale molte delle considerazioni svolte ieri da Norberto Bobbio sulle colonne del suo giornale, e rivolte a entrambi i partiti all'indomani di un voto che li ha fatti cadere a un magro 30% complessivo. Tuttavia, egli sembra ora attribuire un minimo di possibilità al riawicinamento, di cui si sta mostrando di sentire l'esigenza in seno al psi. E" vero, sarebbe stato ben diverso condurloprima, un dialogo «senza arroganza» col pds, «con il nuovo partito che usciva non senza lacerazioni dalla fine del comunismo». Ma «meglio tardi che mai». Sì, pur non sapendo se sia questa «l'ultima occasione» (non sapendo neppure se questa espressione sia di Bobbio), vogho dire che bisogna con grande serietà riprovarci. Con grande serietà: e dunque entrando nel merito tanto dei problemi che hanno sinora diviso la sinistra e finanche partiti ormai riconosciutisi in un comune quadro di principi - quello dell'Internazionale Socialista - quanto delle questioni che le elezioni del 5 aprile hanno traumaticamente aperto per la caratterizzazione 11 della nuova legislatura e per la formazione del governo. Si tratta di due ambiti di discussione, e di due processi, egualmente ardui, tra i quali c'è connessione ma anche distinzione. Se tra i maggiori partiti della sinistra si stabilisse rapidamente un minimo di intesa sulla strada da seguire per rispondere alla volontà di cambiamento espressa dal corpo elettorale, ciò potrebbe contribuire alla definizione di un valido sbocco di governo. Ma i tempi di un più sostanziale chiarimento e riawicinamento a sinistra non possono esser brevissimi, e vanno piuttosto raccordati con la costruzione di una democrazia dell'alternanza, di un disegno di alternativa: sta soprattutto in questa proiezione il valore del discorso di Claudio Martelli. Questo nuovo, estremo sforzo - dettato dalla dura legge dei dati obiettivi, dall'effettivo esaurimento di un decennio di strategia craxiana, dal secco ridimensionamento della forza del vecchio pei - corrisponde all'interesse generale del rinnovamento e dello sviluppo della democrazia italiana. Contrasterebbe invece con questo fondamentale interesse - e sarebbe inaccettabile per il pds - il tentativo «di chiamarci all'ultima ora», come ha scritto Bobbio, «a puntellare un edificio in rovina». Si faccia ben attenzione a quel che sta accadendo in Europa occidentale: in Paesi diversi, emerge - lo ha acutamente rilevato il Washington Post - un'insoddisfazione sia verso i partiti di governo sia verso i tradizionali partiti di opposizione; e «la questione ora non è solo quella di chi governa ma quella del modo di governare». In Italia, l'insoddisfazione è diventata esasperazione; e quella del modo di governare, di fronte a tanta incompetenza e corruzione, è assurta al rango di questione prioritaria. Se lo capiscono gli osservatori stranieri, non facciano finta di non capirlo i partiti italiani. Giorgio Napolitano inoj

Persone citate: Bobbio, Claudio Martelli, Giorgio Napolitano, Giorgio Ruffolo, Napolitano, Norberto Bobbio

Luoghi citati: Europa, Italia