L'Etna ha vinto la prima battaglia

«Interventi sbagliati» ROMA. Per il vulcanologo francese Harun Tazieff «è stato un grande errore non prendere le stesse misure adottate nel 1983 quando la colata che minacciava Nicolosi fu colpita alla testa, alla sorgente» causando il blocco della massa lavica. In un'intervista al Gr2 il vulcanologo francese critica gli interventi decisi per evitare che la lava raggiunga Zafferana. Secondo Tazieff non esiste un «metodo universale» per combattere situazioni di questo genere: «Ciò che occorre è sapere che cosa fare caso per caso - ha spiegato - e mi dispiace molto che quando la colata ha cominciato a minacciare Zafferana si siano intrapresi lavori del tutto inutili come le dighe di terra davanti al fronte della lava, dighe che non hanno mai né rallentato né tantomeno fermato una colata». Sulla guerra all'Etna arrivano altre critiche. L'Ente parco farà di tutto per evitare l'apertura di una pista con le ruspe nella Valle del Bove. «Non abbiamo opposto remore - dichiara il direttore Franco Russo - ad alcuna iniziativa finora condotta perché ogni sforzo deve essere finalizzato alla difesa di Zafferana. Le ruspe, però, potranno entrare nella Valle del Bove soltanto se ci sarà spiegato e dimostrato che nessun'altra iniziativa è praticabile. Abbiamo espresso-agli esperti tutte-le no-' stre perplessità su questo intervento e le ripeteremo al ministro Capria. Ci devono spiegare nel dettaglio che cosa si intende fare e in che modo. E ci devono confermare le garanzie sulle dimensioni e le utilizzazioni future della eventuale pista che ci sono state date finora». Franco Russo - che si trova al centro operativo di Zafferana e che ha riunito ieri mattina il comitato tecnico-scientifico dell'Ente parco - non vuole aggiungere altro per non alimentare polemiche, ma ha un avvertimento da fare. «Non spetta a noi stabilire i rischi per i centri abitati, ma una volta che questi vengono accertati, spetta a noi salvaguardare l'ambiente naturale e la tutela del luogo. E' un nostro potere, che stiamo esercitando, dopo una fase iniziale nella quale eravamo un po' messi da parte. Ora, invece, siamo costantemente informati e quindi chiederemo ogni chiarimento opportuno per convincerci della bontà delle soluzioni adottate. Nel futuro, e questa è una richiesta formale, ci deve essere una carta dei rischi elaborata in momenti di calma e non durante le fasi dell'emergenza». [r. cri.]