Il Cerro Negro copre di cenere il Nicaragua

Il Cerro Negro copre di cenere il Nicaragua Il Cerro Negro copre di cenere il Nicaragua SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO Le case e le strade di Leon, la seconda città del Nicaragua, sono coperte da quasi trenta centimetri di cenere e sabbia. Il vulcano Cerro Negro (montagna nera), lontano neppure 20 chilometri, si è risvegliato 4 giorni fa, dopo 21 anni di silenzio, e per ora l'eruzione non accenna a diminuire. Dal cratere fuoriesce ima enorme colonna di fumo nero e denso alta più di 7 mila metri, visibile anche da Managua, la capitale, 100 chilometri a Sud. A tratti, il vulcano è scosso da un'esplosione, e nel cielo si alzano lunghe lingue di fuoco. Nel primo giorno dell'eruzione, venerdì, il cielo è stato coperto dalla nube di cenere, che ha oscura]ÌÈ8 anche U^Te"m!mTé¥zó^giòrno. A Leon e nelle cittadine vicine la gente ha cercato di proteggersi usando fazzoletti imbevuti d'acqua come improvvisate maschere contro il fumo e aprendo gli ombrelli per proteggersi dalla pioggia di cenere. Poi, il vento ha iniziato a disperdere la cappa di fumo, spingendola verso Ovest, fino alla costa sul Pacifico. Ieri, i detriti dell'eruzione sono arrivati fino al porto di Corinto, a 60 chilometri dal Cerro Negro. Secondo i vulcanologi, l'eruzione durerà almeno 2 settimane. Nel frattempo si calcolano i danni. E il conto, per un Paese povero e dissanguato da 10 anni di guerra come il Nicaragua, si annuncia pesante. A Leon centinaia di case sono state distrutte sotto il peso della sabbia. Oltre trenta persone sono rimaste ferite nei crolli e un ragazzo di 17 anni sarebbe morto. Dalla zona dell'eruzione sono state evacuate più di 15 mila persone, ed altre migliaia potrebbero essere costrette a lasciare la città nelle prossime ore. Ieri, le strade che portano fuori Leon erano ancora occupate da lunghe file di vecchi camion e carri trainati da buoi, carichi dei poveri averi di centinaia di famiglie. Centinaia di contadini che vivono alle pendici del vulcano - dove lo strato di cenere ha già superato il metro si sono rifiutati di lasciare le loro case di legno, nel timore che nel frattempo qualcuno si impadronisca della terra. Ma per i prossimi due o tre anni - prevedono gli agronomi - l'alta concentrazione di zolfo renderà comunque impossibile le coltivazioni: un colpo durissimo all'economia del Paese. Si tratta delle terre più fertili di tutto il Nicaragua, quando il Cerro Negro si è svegliato, i campi erano già stati preparati per la semina. Il presidente dèi" Nicaragua; "Viòleta Chamorro, ha lanciato un appello per raccogliere aiuti per la zona colpita dall'eruzione. Si è rivolta in particolare agli Stati Uniti, invitando la Casa Bianca a «girare di nuovo i suoi occhi verso il Nicaragua», in un implicito riferimento allo scarso impegno politico ed economico di Washington in tempo di pace, dopo i miliardi di dollari spesi negli Anni 80 per finanziare la guerriglia dei contras anti-sandinisti. Senza aspettare le decisioni ufficiali nordamericane, la grande comunità nicaraguense di Miami, in Florida, ha iniziato a raccogliere aiuti di emergenza già da venerdì pomeriggio. «Mancano soprattutto cibo, vestiti, tende e medicinali contro le infiammazioni respiratorie causate dalla cenere», ha specificato Nicolas Lopez-Meltez, che sta coordinando la campagna di solidarietà. Nelle chiese di Leon, intanto, vengono celebrate messe e processioni per implorare l'aiuto del cielo. Il Nicaragua è un Paese pieno di vulcani - di cui almeno 12 periodicamente attivi - che hanno segnato con numerose tragedie la sua storia. Gianluca Bevilacqua Nelle strade di Leon si raccoglie così la cenere eruttata dal Cerro Negro

Persone citate: Chamorro, Gianluca Bevilacqua, Nicolas Lopez-meltez