Nuda non ci piaci, fischiata la Bernhard

Nuda non ci piaci, fischiata la Bernhard Festival Cinema Gay: l'ex fidanzata di Madonna protagonista di «Sènza di te non sono niente» Nuda non ci piaci, fischiata la Bernhard «Niente baci sulla bocca», un'eccezione che uscirà nelle sale TORINO. E' diventata famosa come segretaria-amante di Madonna. Ma lei, Sandra Bernhard, di Madonne ne fa una dozzina. Come attrice, come cantante, come personaggio che arriva al pubblico in tutto il suo intelligente protagonismo. Impietosa con se stessa, affronta i primi piani offrendo un volto mobilissimo e strano senza cercare di renderlo irrealmente seducente e ostenta il corpo nudo ballando quasi goffa sotto i riflettori. Una falange di lesbiche «dure» ha contestato il suo film, «Without You I'm Nothing» (Senza di te non sono niente), presentato sabato sera al Festival «Da Sodoma a Hollywood», rassegna di film a tematica omosessuale che si conclude oggi al cinema Massimo. Ha contestato l'uso del corpo nudo femminile come strumento di attrazione spettacolare. Peccato, però, che le irritate signore non abbiano quasi visto l'opera di John Boskovich: sono uscite dopo le prime scene rientrando solo per fischiare. Se l'avessero vista probabilmente si sarebbero accorte che sotto sotto Sandra Bernhard è d'accordo con loro: quel tanga con la bandiera Usa che le copre il sesso non è certo un segno di patriottismo, alla fine di un viaggio attraverso un'America messa alla berlina. «Caro Andy dice dopo l'asta dei beni di Warhol - davanti a me c'è la mia cena e mi accorgo di non averti perduto, che sei rimasto con me: è una minestra Campbell». Il film di Boskovich e della Bernhard è la trasposizione cinematografica dello spettacolo allestito a New York fatto di monologhi e canzoni. Una specie di parodia del genere celebrativo, con l'agente e il vecchio amico chiamati a raccontare particolari del passato della diva. C'è anche un'imitazione di Madonna e dei suoi cliché. Però «Without You I'm Nothing» è un film difficile, perché gli accenni, i richiami, i tic, i personaggi non sono di immediata comprensione per il pubblico europeo. Sarebbe come proporre «Avanzi» ai newyorkesi: certo, la Guzzanti che fa Moana è divertente, ma lo è molto di più se si conosce l'origi- naie. In sala si sganasciava dal ridere fino all'applauso a scena aperta solo il giurato Edmund White, americano, autore della biografìa di Jean Genet (cui il Festival ha dedicato un importante omaggio con film, dibattiti e la lettura teatrale di Ronconi). Tra i film in concorso, quello con la Bernhard era molto atteso per l'interesse suscitato alla presentazione in Gran Bretagna. Ma anche il film scelto per l'inaugurazione, martedì scorso, ha creato, sempre in Inghilterra, un «caso». «The Lost Language of Cranes» (La lingua perduta delle gru) di Nigel Finch tratto dal libro di Leavitt (la rivelazione della propria omosessualità di un giovane ai genitori con conseguente presa di coscienza del padre criptogay), è stato infatti prodotto dalla Bbc (ma che ricchezza di documenti tv arriva da Londra I) e trasmesso la domenica sera. Una scelta che ha fatto arrivare il giorno successivo centinaia di lettere: di queste, assicurano i rappresentanti della Bbc, solo 50 erano di biasimo. Interpretato da Brian Cox, Eileen Atkins, Angus MacFayden, tecnicamente inappuntabile, il film ha il difetto di una strisciante melensaggine zuccherosa. Una sorta di «Love Story» alternativa dove gli ostacoli alla realizzazione d'amore (vedi la moglie-madre cocciuta-' mente cieca e ipocritamente adultera) vengono abbattuti: il figlio se ne va abbracciato al biondo fidanzato, il padre guar¬ da intenerito la coppia, dopo aver finalmente passato la notte con un altro uomo. Di quel che resta della povera madre nessuno si preoccupa. La strada «Da Sodoma a Hollywood» difficilmente passa per le sale di prima visione. Quest'anno l'unica eccezione è il film di André Téchiné «Niente baci sulla bocca», un «evento speciale» presto in distribuzione. Interpretato da Marnile Blanc, un'intensa Emmanuelle Beart («La belle noiseuse»), Philippe Noiret, Hélène Vincent, è la storia di Pierre, ragazzo guascone che lascia il suo paese per vivere a Parigi, fermamente determinato a non cedere al ricatto dei sentimenti. Cosi abbandona la matura amante innamorata quando gli offre dei soldi e si ritrova a far marchette al Bois de Boulogne. Si innamora di una prostituta e il protettore si vendica con tremenda violenza. Pierre allora si arruola: la lontananza gli servirà, ne è convinto, per riaffrontare Parigi da uomo. Alessandra Pieracci Emmanuelle Béart nei film di Téchiné