Goethe intinge il pennello nelle fiamme dell'Etna in furia

Goethe intinge il pennello nelle fiamme dell'Etna in furia A Gibellina cento disegni e acquerelli dello scrittore Goethe intinge il pennello nelle fiamme dell'Etna in furia T«BELLINA ORNANO in Sicilia, dopo duecentocinque anni di archivi e di pellegrinaggi, li disegni e gli acquerelli di J. Wolfgang Goethe. Sono cento, arrivati da Weimar: e alcuni di questi fogli non sono mai stati mostrati ad alcuno. Ora è possibile vederli, fino al 14 giugno, a Gibellina, nei locali delle case Di Stefano. (La mostra è a cura di Paolo Chiarini, catalogo delle Edizioni Artemide con testi di Hugo von Hofmannsthal, Andrea Landolfi, Giovanni Macchia, Roberto Venuti, Jochen Klauss; insieme con quelle di Goethe sono esposte opere di Tischbein, Hackert e Kniep). Nel 1787 Goethe giunge alla «regina delle isole» per mare. Parte con un bagaglio di scienza e di meraviglia. Per prima cosa vede una «grossa tartaruga», quindi un branco di delfini; la luna piena gli rischiara il largo golfo di Palermo. Lo scrittore tiene sempre pronti pennello e calamaio. Suo compagno di viaggio è il pittore Cristoph Heinrich Kniep, è lui a dare allo scrittore i primi rudimenti dell'arte dell'acquerello. Goethe rimane affascinato da questo sintetico sistema di fissare una visione. E così si cimenta, provando e riprovando. À volte tentenna, a volte si esalta. Quando tentenna, il segno è timido; quando si esalta il segno è rapido, voluttuoso. Ritrae paesaggi, architetture, profili e piante. E anche la luna. In un paesaggio notturno Goethe scioglie la luna bianca nel mare. Attorno masse nere: la roccia, l'albero, l'arco. E il nero esalta il bianco. Ma il suo colore prediletto è il verde. In Sicilia «le piante ostentano un verde al quale noi non siamo assuefatti e che ora è più giallastro, ora più azzurro che da noi». Goethe botanico cerca, col colore, di rendere le infinite varietà della medesima tinta. E così stempera, aggiunge e diluisce. Talvolta l'acquarello è sinfonico, altre volte incerto. A Goethe interessa l'idea, non la verosimiglianza. L'occhio è strumento mobilissimo. Rapido è l'occhio e rapido è l'acquerello; l'opera di Goethe è sintetica, quella di Kniep è analitica. Così Kniep si inerpica sui monti, affronta lunghe passeggiate per scegliersi il punto di vista «con acutezza». Lo scrittore, invece, lascia che le immagini vengano a lui. Goethe dipinge per diletto. Kniep è l'occhio fedele di Goethe; Goethe, grazie a questo sapiente occhio, può concedersi sregolatezze e bizzarrie. Le fiamme dell'Etna sembrano nuvole in tempesta. Volgono a destra il segno e la furia, il rosso è quasi un accenno. Il grigio scuro del fumo e della lava dà la giusta durezza alla composizione; le nuvole sono quasi mostri minacciosi. Per Vincenzo Innocenti, editore del catalogo, la mano di Goethe è modernissima. «Ci ha lasciato del viaggio in Italia un migliaio di acquerelli. Era un genio anche in questo. Laddove non si piega alle regole pittoriche di Hackert e si abbandona al suo istinto, è grande. E' modernissimo, surreale. In Sicilia Goethe abbandona definitivamente l'idea di poter diventare un pittore perché si sente impari rispetto alla bellezza di cui gode. Non si ritiene capace di rendere la luce del mare e del cielo. Si sente fragile di fronte a ciò che la natura gli offre». Goethe di certo ha vagato nei dintorni di Gibellina, fra Castelvetrano, Alcamo e Segesta. Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina, è invece sicuro della sosta in paese. «Goethe dorme presso la stazione di posta e dal tetto scorge una bellissima stella. Per inspiegabile sintonia Consagra, in questi anni, ha progettato la porta di Gibellina in ìor- ma di grande stella. Gibellina è, ora come allora, un luogo che accoglie il viaggiatore. E' un punto di legame, un crocevia. Qui c'è il passaggio delle grandi idee, delle grandi speranze». Dopo duecento anni ancora adesso le spiagge della zona intorno sono «ora nude, ora vestite di piante»; e in campagna ci sono fichi, lentisco, biancospino, fave, vigneti e lino. Goethe vede i campi di lino fioriti, nell'aprile del 1787. Ora pure, nell'aprile del 1992, le colline sono rosa e viola. Solo le lucciole non ci sono più. Lo sguardo e la mano di Goethe, in Sicilia, sono estatici e indagatori. In certe opere è più manifesta la contemplazione, in certe altre l'indagine. Il viaggiatore Goethe è ulisside, avido di conoscenze; da eventi ininirni trae conclusioni ampie. Guarda la natura come se fosse un'opera d'arte e disegna come se il foglio fosse un naturale frutto della sua mano. Non ha impaccio, non ha pudori. Oscilla di continuo fra sapienza e stupo¬ re. Per lui l'arte tedesca è «meschina» di contro allo splendore classico dell'Italia. Questo splendore esiste solo al Sud; la ricerca del mondo greco gli anima il cammino. Per lui la Grecia è un sogno e, alla ricerca di questo sogno, per primo sfonda l'invisibile muro che separa il Nord dal Sud. Il padre di Goethe non aveva oltrepassato Napoli e, come lui, avevano fatto molti viaggiatori tedeschi. Goethe per primo osa, sicuro di ottenere benefici all'intelletto. E i benefici durano per decenni, diventano pagine di romanzi, teorie, meditazioni. Afferma Paolo Chiarini, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Germanici: «Dell'intero viaggio italiano, il soggiorno in Sicilia costituisce forse l'episodio più ricco di sfaccettature. Il personaggio che ci viene incontro dalle pagine della Italienische Reise è un Goethe nella felice pienezza dei suoi interessi e della sua vitalità: è lo scrittore che trova qui suggestioni, atmosfere, paesaggi capaci di rievocare forse più intensamente che altrove Ù mondo antico; è l'appassionato indagatore della natura». Goethe indaga intorno a molte cose. A Palermo indaga persino sulla famiglia del conte Cagliostro, all'anagrafe Giuseppe Balsamo. Oggi, a Gibellina, i disegni di Goethe sono nelle case Di Stefano. Queste case hanno un costude. Il caso vuole che il custode si chiami, per l'appunto, Giuseppe Balsamo. E' un uomo che ha una risata potente. E dice: «Mi chiamano mago e io non so perché». In questi luoghi è tornato Goethe dopo duecentocinque anni, fra le zagare e il mago. Giovanna Giordano mmm Venne in Sicilia nel 1787, incuriosito dm paesaggi e da Cagliostro Paesaggi in due acquerelli di Goethe eseguiti durante il viaggio in Sicilia nel 1787 Accanto al titolo: lo scrittore ritratto da Heinrich Lips